Il dibattito di questi giorni in merito alla legittimazione ad essere considerati territorio che può beneficiare della ZES fagogita la maggior parte delle menti locali, le quali però perdono di vista il reale problema che insiste nel nostro territorio.
Le somme che saranno stanziate con il Decreto per il Sud andranno a coprire le necessità di 8 regioni per una cifra totale di 200 milioni di euro.
Una cifra importante se la si considera nel suo complesso, ma che si ridurrà a ben poco nella frammentazione che si andrà ad operare fra i vari territori.
Ovviamente si accoglie di buon grado tutto quanto possa rappresentare un miglioramento per il territorio, ma siamo molto lontani dal poter essere soddisfatti di una situazione che ci toccherà solo marginalmente.
I problemi della provincia di Brindisi sono ben più radicati e necessitano di ben altre attenzioni.
Una recente e nota classifica vede Brindisi penultima fra i capoluoghi di provincia in quanto ad inquinamento, energia e verde urbano, se a questo si aggiunge che Brindisi detiene anche l’ulteriore primato negativo di essere fra le prime tre città più povere d’Italia, dobbiamo chiederci perché accada questo e quali siano gli indicatori che la rendono realmente in affanno.
La politica economica senza sbarramenti, tipica dei paesi da sfamare ha prodotto negli anni un tasso d’inquinamento molto alto, tant’è che a Brindisi si registra la presenza di innumerevoli malattie incurabili e rare, oltre che una crescente e costante presenza di morbilità per cause di lavoro dovute soprattutto ad una scarsa attenzione dei luoghi di lavoro, nonostante la cogente normativa in merito.
E quindi l’INPS trabocca di cassa integrazione, per la Provincia di Brindisi solo nel primo semestre del 2017 si è registrata una impennata del + 144%, dato questo che dovrebbe far riflettere soprattutto perché dopo non vi è possibilità di reimpiego atteso lo stato di profonda crisi della Provincia di Brindisi e di tutti i settori industriali che da sempre hanno rappresentato un’eccellenza per tutto il territorio nazionale.
Nello specifico nel territorio di Brindisi la disoccupazione giovanile ha superato il +50% e questo dato è direttamente proporzionale alla instabilità data dai nuovi strumenti assunzionali, così come la dispersione scolastica sempre più in crescita quale grave segnale di povertà.
Quello che manca alla provincia Brindisi, e che potrebbe portare nuovi investimenti sul territorio, è stabilità e programmazione.
Non è possibile pensare di calendarizzare scadenze economiche importanti quando la maggior parte dei comuni della provincia sono commissariati, capoluogo compreso, così come non può pensarsi che se vi è un ufficio strategico ( Camera di Commercio, Ufficio Agricoltura, Banca d’Italia, Autorità Portuale, ecc) da sopprimere di fatto nel territorio, ciò debba avvenire sempre a scapito di Brindisi. Tutto ciò è unicamente addebitabile alla assoluta assenza di una classe politica che difenda il territorio senza riserve.
Chi potrebbe essere attratto dal territorio sicuramente se ne mantiene alla larga proprio per la grave situazione di instabilità ed mancanza di rappresentatività non ci rendono attrattivi
Ed allora, proprio approfittando di questo momento di particolare attivismo per mano di tutti, piuttosto che fossilizzarsi solo su ZES, si dovrebbe approfittare dell’occasione ZES, che ci porta ad essere presenti ai tavoli istituzionali governativi, per rilanciare le richieste di aiuto del territorio, uscire dalla “sindrome di calimero” e pretendere che il territorio medesimo sia attenzionato per quello che ha sempre messo a disposizione e che continua ad offrire.
In questo particolare momento storico, occorre porre in essere politiche espansive ricorrendo anche a soluzioni urgenti e straordinarie per far ripartire l’economia. Il superamento della crisi economica non si proclama, ma si declina con i fatti!
Il Segretario Generale Antonio Macchia