Macchia: «Alta velocità e alta capacità, Brindisi punto strategico per rafforzare la dorsale adriatica»
E’ quanto mai urgente che gli Enti locali e i rappresentanti politici del territorio si inseriscano nel dibattito relativo all’alta velocità e all’alta capacità rivendicando per Brindisi un ruolo strategico per rafforzare la dorsale adriatica.
Da anni la Cgil di Brindisi sostiene l’importanza cruciale di non essere esclusi da questo processo che riguarda solo alcune zone della Puglia, perché occasione di sviluppo di settori importanti per la nostra economia a cominciare dalla logistica, su cui il territorio brindisino sta puntando molto, ma anche per il turismo (in continua crescita). La partita della mobilità è ineludibile per un territorio come il nostro che ha fame di sviluppo e offre possibilità di crescita per tutti con la contestuale creazione di «lavoro buono».
E’ per questo fondamentale cogliere al volo la recente apertura fatta nei giorni scorsi dall’Amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, Giampiero Stisciuglio, il quale, in occasione della visita della delegazione guidata dall’associazione «L’Isola che non c’è» ha dichiarato: «Per la dorsale adriatica stiamo studiando le varie possibili alternative progettuali di una nuova linea ferroviaria». Rfi infatti sta ridisegnando le linee ferroviarie del futuro e questo territorio non può restarne fuori.
Amministrazioni attente, come ad Ancona, stanno già programmando addirittura la realizzazione di una nuova linea ferroviaria dedicata esclusivamente all’alta velocità che corra parallelamente a quella adriatica già esistente arretrata più all’interno rispetto alla precedente. E’ ora di intervenire in questo discorso in maniera concreta e compatta a livello istituzionale per non perdere «il treno dello sviluppo», magari facendo sistema anche con il resto delle province salentine per aprire una contrattazione forte con Rfi e il governo e portare a casa una innovazione del sistema dei trasporti da cui i cittadini, ma anche le aziende, la logistica, i centri della cultura, di questo territorio non possono assolutamente essere esclusi.
Rivendichiamo quindi con forza anche che quel 40% dei fondi da destinare al Sud col Pnrr – e che non si sa bene dove siano finiti – chiediamo che vengano investiti anche su un’area importante come Brindisi e il Salento (Lecce e Taranto compresi) per aumentare le performance dei territori in termini di alta capacità ed alta velocità essenziali per vitalizzare le economie di questi territori che puntano sempre più ad aprirsi e fare bene anche sul fronte della sostenibilità ambientale che questa modalità di trasporto consente.
La Cgil ribadisce dunque la richiesta all’impegno di tutti per evitare di restare esclusi dal Documento Strategico della Mobilità. Con la manovra erano stati destinati 32 miliardi di euro per potenziare e migliorare le infrastrutture e i trasporti nell’ottica dello sviluppo sostenibile, 16 di questi erano relativi al trasporto ferroviario. Perché Brindisi e il Salento, territori sempre in fermento, poli turistici sempre più gettonati oltre che centri produttivi importanti, devono restare esclusi dagli interventi?
E’ l’ora che gli amministratori e i rappresentanti politici del territorio decidano di incidere concretamente su questo fronte per evitare di trovarci all’ennesimo scippo che tradirebbe le aspirazioni e le necessità di sviluppo del nostro territorio.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi