E’ sin troppo evidente che il sindaco Riccardo Rossi è in piena campagna elettorale, supportato da un Partito Democratico pronto a dire tutto e il contrario di tutto pur di difendere l’operato di un’Amministrazione Comunale che ha trascinato Brindisi sull’orlo del collasso finanziario. Di pre-dissesto non ne parla più nessuno, compresa gran parte dell’opposizione, ma è evidente che non è piovuta manna dal cielo e quindi è difficile che i conti dell’ente si siano messi a posto da soli.
Nel frattempo, Rossi si pavoneggia tra opere in via di ultimazione, come se il merito fosse suo e non delle amministrazioni che lo hanno preceduto. Potrei farne tanti di esempi, ma mi limito a quello della prima spiaggia pubblica (ma lo sarà ancora dopo quel bando aggiudicato qualche giorno fa?) della città a Cala Materdomini. L’attuale Amministrazione non ha davvero fatto nulla, se non allungare i tempi della sua ultimazione. Eppure Rossi ed il PD parlano di “miracolo”, come se davvero fosse farina del loro sacco.
Adesso, poi, si avventurano in strane “permute” per acquisire al patrimonio comunale l’ex parco di Babylandia. In cambio di cosa? Ovviamente se ne sa meno di niente, alla faccia del palazzo di vetro a cui faceva riferimento il sindaco in campagna elettorale.
Ma ciò che risulta inaccettabile è che ci si avventura nelle permute mentre il Comune di Brindisi ha da anni in suo possesso tanti beni demaniali conquistati grazie all’azione amministrativa svolta dal 2012 al 2016. Dell’utilizzo di tali aree non se ne parla e si corre il rischio di doverle restituire allo Stato (non è stato attuato il piano di valorizzazione previsto per legge).
Un esempio? Dopo lo “spot” dell’ex assessore Covolo (con tanto di telecamere), dell’ex deposito “catene” (l’area che si trova di fianco al piazzale sottostante il Monumento al Marinaio e a ridosso del canale Pigonati) non ne parla più nessuno. Eppure potrebbe essere uno dei tratti più belli del waterfront cittadino, ma evidentemente meglio puntare sulle “permute”.
E che dire, poi, dell’abbandono in cui versa il parco realizzato a Sbitri negli anni scorsi e completamente ignorato dall’attuale Amministrazione? Nel parco di Punta del Serrone, invece, non c’è più traccia di parte della recinzione, così come dell’impianto di videosorveglianza. Il tutto, senza contare i mancati interventi nel parco del Cillarese e lo stato di abbandono del verde pubblico in quasi tutta la città.
La cosa più mortificante è che nessuno ne parla. E’ bastata qualche staccionata (costosissima) nel giardino del Tommaseo per gridare al miracolo. Ma basterebbe alzare il tappeto per vedere quanta polvere si annida sull’azione di questa Amministrazione.
Lino Luperti – ex Assessore all’Urbanistica del Comune di Brindisi