L’ex assessore Antonio Monetti della giunta Consales è estraneo a qualsiasi episodio legato alla corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’impianto di CDR di Brindisi. Lo ha stabilito lo stesso pubblico ministero che ha indagato sul suo conto all’indomani degli interrogatori dell’imprenditore Luca Screti, il quale dopo l’arresto (insieme all’ex sindaco Consales) dichiarò di aver ricevuto dall’assessore Monetti anche la richiesta di assunzione di un dipendente. Da qui l’accusa nei confronti dell’ex amministratore di “corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio” compiuti fino a ottobre del 2015. Le successive indagini sono servite a far emergere la totale estraneità di Monetti a qualsiasi condotta illegale, tanto è vero che oggi il PM chiede l’archiviazione per “infondatezza della notizia di reato”.
Monetti si era sempre dichiarato totalmente estraneo alla vicenda, ma il riverbero dell’inchiesta gli era costato l’allontanamento dal Partito Democratico e la mancata rielezione in consiglio comunale (nelle file di Impegno Sociale).
Almeno il PD – che sull’intera vicenda legata all’inchiesta aveva montato un caso sull’onda del giustizialismo, coinvolgendo anche l’incolpevole Monetti – dovrebbe delle scuse all’ex assessore all’ambiente. Ma da queste parti la politica, si sa, è un tritacarne che non ha rispetto dell’uomo, della sua integrità morale e della sua immagine.