In tanti lo avevano previsto da tempo. La situazione è diventata, giorno dopo giorno, sempre più esplosiva e riguarda il presente e il futuro occupazionale di centinaia di brindisini.
Nel comparto industriale la punta dell’iceberg è rappresentata dalla forza-lavoro di Leucci Industriale e di quella del gruppo ex GSE. In tantissimi temono di non aveva alcuna certezza per il futuro. Una situazxione drammatica e le organizzazioni sindacali fanno fatica a contenere la rabbia dei diretti interessati.
Situazione altrettanto preoccupante nelle società a vario titolo collegate al Comune ed alla Provincia. Ne sa qualcosa Riccardo Rossi che si trova proprio ai vertici di questi due enti.
Per 98 lavoratori della Santa Teresa è stata avviata la procedura di licenziamento, a conferma di una crisi senza precedenti. Dallo Stato non arrivano trasferimenti e la Provincia non riesce più a reggere il peso della sua società partecipata. Le nubi all’orizzonte sono sempre più dense e i dipendenti lo sanno molto bene, purtroppo.
E vedono un futuro nero anche i dipendenti della società Abaco, visto che proprio domani il consiglio comunale di Brindisi sarà chiamata a pronunciarsi sulla internalizzazione di alcuni servizi di riscossione dei tributi comunali, con la conseguente perdita di posti di lavoro. In passato questa scelta fu evitata, proprio per non mettere a rischio i posti di lavoro. il Comune, infatti, non potrà assumere gli attuali dipendenti dell’Abaco, se non attraverso una procedura concorsuale.
E poi c’è la patata molto bollente della Brindisi Multiservizi. Domani il consiglio approverà il nuovo statuto. All’interno si stabilisce di poter assumere un direttore generale (con un costo ci poco inferiore ai 100.000 euro) e di affidare servizi all’esterno con il sistema dei subappalti. Il che si concretizza con il mancato riassorbimento dei precari e con la mancata assunzione di qualcuno tra i tantissimi che hanno partecipato ai bandi pubblici della stessa BMS. E non è tutto: sulla base di quanto affermato dal sindaco, più di qualcuno dovrà rinunciare a parte del salario accessorio maturato negli anni scorsi e, in particolare, fino al 2011. Una situazione incancrenitasi e che oggi sarà difficile rimuovere senza doversi rimettere al giudizio di un magistrato del lavoro.
Insomma, un periodo tanto difficile per questa città, con tanti nodi occupazionali che cominciano a venire al pettine.