DECARBONIZZAZIONE: PREOCCUPAZIONI E SOLUZIONI.
Il tema della transizione energetica è al centro dei dibattiti inerenti il superamento dell’utilizzo del carbone che oggi è utilizzato negli impianti per la produzione di energia elettrica.
In questi giorni è in atto una nuova gara d’appalto che potrebbe determinare conseguenze negative alla forza lavoro del settore pulimento in possesso dell’art. 4 del CCNL, diritto acquisito dai lavoratori nell’indotto della centrale Federico II nel corso degli anni.
Le disposizioni specificate da Enel nella nuova gara d’appalto e fatte proprie dalle ditte partecipanti, contrastano fortemente con la tutela dell’indotto e di conseguenza con la tranquillità economica di molte famiglie che intravedono il rischio, anzitempo, della privazione del posto di lavoro.
Le modifiche inserite dalla Committente in tema di rinnovo delle gare d’appalto, stanno per determinare l’applicazione di nuovi requisiti da parte delle aziende partecipanti, a discapito soprattutto dei lavoratori cui, fino a ieri, era garantita la continuità lavorativa. Ciò avviene senza reali motivazioni, difatti, la centrale FEDERICO II non solo continua a garantire la produzione soddisfacendo la richiesta della rete nazionale, inoltre, pianifica con regolarità gli interventi ordinari e straordinari necessari alla manutenzione dell’impianto (fermate e revamping).
Pur essendo a conoscenza di un graduale piano di dismissione dei gruppi entro il 2025, non ci spieghiamo questo prematuro atteggiamento orientato alla diminuzione di forza lavoro, senza la contestualità di garanzie per le maestranze e progettazione di corsi di formazione volte a soddisfare le nuove esigenze delle energie rinnovabili.
Non vogliamo sostenere pretestuose contrarietà verso un percorso già definito che, seppur a lungo termine, cambierà inevitabilmente gli equilibri energetici, modificherà le fonti di approvvigionamento e molto altro ancora. Con forza chiediamo soluzioni pianificate sin da subito a tutela dei lavoratori, con il coinvolgimento delle Istituzioni, senza dimenticare gli enormi ricavi che negli anni la società Enel Produzione ha registrato in termini di proventi economici sul territorio. La stessa, ha più volte garantito che avrebbe formato e addestrare le maestranze più giovani, aiutato le aziende in subappalto ad agevolare il prepensionamento dei soggetti ne potevano fruire, ma così, a oggi, non è stato.
Solo il personale Enel sta usufruendo dei privilegi dello scivolamento delle pensioni, senza alcuna soluzione per i lavoratori delle ditte private.
Alla luce di quanto sopra esposto, riteniamo sia possibile ancora per qualche anno mantenere invariato il numero dei lavoratori oggi presenti all’interno della Centrale impegnandosi al contempo alla stesura di un piano mirato e straordinario che, attraverso accordi o decreti, preveda la definizione di specifici protocolli finalizzati al recupero e utilizzo dei lavoratori senza esclusione alcuna.
Auspichiamo che ciò avvenga in tempi brevi al fine di evitare di spegnere sul nascere progetti destabilizzanti che il ns territorio non si può permettere, soprattutto dopo essere stato ampiamente sfruttato pagando un prezzo troppo alto in termini ambientali e di salute.
I lavoratori Centrale Enel Federico II- Brindisi