Legambiente – Per diventare Capitale d’Italia della cultura bisogna lavorare…

Ecco una nota di Legambiente:

La commissione esaminatrice delle candidature a Capitale italiana della cultura 2027 ha scelto
Pordenone.
La candidatura di Brindisi, quindi, così come quella di altre città quali Reggio Calabria o Pompei,
ha riscosso l’approvazione della commissione che, all’unanimità, ha scelto Pordenone.
Conseguentemente il Friuli ha quest’anno la capitale europea della cultura e, fra due anni, la capitale
italiana della cultura.
Ci sembra giusto dire che è stato bello sognare qui a Brindisi, ma, dato che, come scriveva
Dostoevskij, siamo fatti della stessa natura dei sogni, dobbiamo impegnarci perché il sogno diventi
realtà. Per prima cosa, dobbiamo impegnarci nel trovare quel senso identitario che scarseggia nei
brindisini. Questo senso identitario dovrebbe avere radici profonde, se si sente propria la storia ricca
di questa città e se si valorizzano le testimonianze storiche, culturali, monumentali e soprattutto
turistiche ed economiche che la città ha. Brindisi, infatti, è da sempre città d’accoglienza e di
incontro fra popoli e culture e da questo bisogna partire per i programmi che, sulla spinta della
candidatura, devono trovare attuazione.
Brindisi è stata riconosciuta nel 2009 dall’UNESCO porto testimone di cultura di pace nel mondo.
Brindisi, dal 27 luglio 2024, è un punto fondamentale del tracciato dell’Appia che l’UNESCO ha
definito patrimonio universale dell’umanità.
Brindisi, tanto più nel periodo difficile che sta vivendo Medioriente, deve essere il centro
propulsore di programmi di pace, di cooperazione, di scambio culturale ed anche economico, verso
il Mediterraneo e i suoi paesi rivieraschi.
Brindisi, può e deve essere anche una città che sappia diffondere piani fondati sullo stile di vita di
cui la dieta mediterranea è riferimento primario e, non è un caso che la Fondazione della dieta
mediterranea abbia scelto proprio Brindisi come suo centro operativo.
Brindisi può e deve essere anche una realtà che sappia diffondere programmi e progetti
Brindisi e anche oggi al bivio fra un passato fondato sui combustibili fossili e sulla chimica di base,
giunto, finalmente, alla fine, e investire su uno sviluppo che abbia al centro le fonti energetiche
rinnovabili e lo sviluppo delle risorse del territorio.
Legambiente nel convegno del 28 marzo metterà in campo analisi e proposte per giungere ad una
reale decarbonizzazione e ribadirà l’esigenza di avere una città e un porto capaci di operare per la
cooperazione internazionale e per la valorizzazione del territorio. Legambiente riproporrà analisi e
contenuti del lavoro che ha portato alla presentazione delle mostre su “Italia e Albania unite dal
mare di pace” e su “Brindisi città dell’accoglienza”. Il 7 marzo, come era stato concordato col
Presidente della Repubblica albanese, deve essere l’appuntamento annuale per ricordare i rapporti
stretti fra Italia e Albania e per valorizzare Brindisi, quale Città dell’accoglienza nel Mediterraneo.
Nelle prossime settimane sarà anche aggiornato l’ampio dossier, consegnato nel 2021 all’allora
Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi, che aveva titolo “Un’altra Brindisi è possibile”.
L’associazione, continuerà l’opera in corso per rendere fortemente operativi sia i coordinamenti
territoriali sia la rete associativa Appia regina viarum – Traiana e per giungere alla governance di
quell’inestimabile bene UNESCO che è l’Appia. Infine, Legambiente, opererà perché il porto,
definito dall’UNESCO, Testimone di cultura di pace nel mondo, sia veramente un green port, ciò
che rende inammissibile la realizzazione del deposito costiero di GNL.
L’aspirazione ad essere Città della cultura italiana, chiaramente dovrà continuare a tradursi in
progetti che valorizzino i beni e le radici culturali, turistici ed economici di una Città proiettata vero
il Mediterraneo, ma deve anche fondarsi su programmi che rendano fruibili i luoghi destinati a sedi
universitarie che oggi, in realtà, non hanno precise destinazioni di facoltà e di corsi di laurea.
È stato bello sognare che Brindisi potesse diventare capitale della cultura italiana nel 2027, ma
tocca a tutti noi dimostrare che i sogni possono essere realizzabili e, in primo luogo, alle istituzioni
tocca utilizzare finanziamenti disponibili o attivabili, quali anche quelli della Regione Puglia per la
scelta della Città pugliese della cultura e chiaramente costruendo intese ed evitare infelici fughe in
avanti, quale quella lasciata intendere a favore di Alberobello città pugliese per la cultura 2026.

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