Il processo di decarbonizzazione, fortemente sostenuto dall’Unione Europea, si rivela cruciale per affrontare il cambiamento climatico, limitare il riscaldamento globale e ridurre le emissioni di gas serra. Per accelerare una transizione energetica rapida e a basso costo, è fondamentale investire nello sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare nel solare e nell’eolico. Secondo gli obiettivi fissati per il 2030 dall’Unione Europea, la Puglia è chiamata ad aumentare la propria produzione di energia da fonti rinnovabili di 7,3 GW. Tuttavia, le richieste di autorizzazione per nuovi impianti, aggiornate a febbraio 2025, quotano a circa 92 GW, ma il processo autorizzativo è ancora troppo lento.
Questo stallo è aggravato da un apparato burocratico complesso e da una certa esitazione da parte della Regione Puglia, unita all’opposizione di comitati locali che vedono negli impianti eolici e fotovoltaici una minaccia. Una contraddizione che emerge in una regione che ha recentemente chiuso la centrale Enel di Brindisi e ha visto la TAP, il progetto di gasdotto, osteggiato anche da Legambiente, che ha sottolineato come il gas non possa rappresentare una soluzione sostenibile per il futuro.
In questo contesto, sorgono interrogativi sul futuro approvvigionamento energetico della Puglia. Con l’opposizione a diverse fonti energetiche, tra cui eolico, fotovoltaico, agrivoltaico e carbone, e il rifiuto del gas, è necessario riflettere su quale eredità energetica si intende lasciare alle future generazioni. La tempistica imposta dall’Europa richiede una pianificazione attenta dello sviluppo energetico locale, ma il piano delle aree idonee, attualmente affidato alle Regioni, rischia di diventare un ulteriore ostacolo.
Le 92 GW di proposte non saranno tutte realizzabili, ma la paura di alterare il paesaggio non può essere l’unico criterio di valutazione. Gli impianti eolici offshore rappresentano un’alternativa significativa in una strategia di decarbonizzazione seria, necessaria per abbandonare i combustibili fossili. Con l’aumento della domanda di energia elettrica, legata alla mobilità sostenibile, allo sviluppo digitale e all’intelligenza artificiale, è fondamentale garantire una produzione energetica adeguata. Gli impianti offshore sono l’unica soluzione in grado di soddisfare le esigenze di sviluppo industriale.
Nonostante la volontà di espandere questi settori, si registrano ancora resistenze nei confronti dei nuovi impianti. L’ultimo caso riguarda il progetto Messapia, previsto nel tratto di mare tra Leuca e Tricase.
È importante che i progetti vengano valutati con attenzione e che ci sia un coinvolgimento attivo delle comunità locali. La proposta di installare impianti eolici e fotovoltaici, in particolare nell’area di Taranto, potrebbe davvero rappresentare un passo significativo verso un futuro più sostenibile. La creazione di altiforni elettrici alimentati da idrogeno rinnovabile è un’idea innovativa che potrebbe trasformare l’industria locale.