LEFT BRINDISI: INCLUSIONE SOCIALE, LA PRIMA NECESSITA’ ANCHE QUANDO SI PARLA DI ARENILI

 Nota di Left Brindisi1

Il poco rispetto al nulla è sempre tanto. Però è proprio quando quel poco ti viene passato per  tanto che ti accorgi del nulla. Così pare il vanto  con tanto di post della prima spiaggia pubblica di Brindisi accessibile a persone disabili …. corretto poi – almeno questo – in persone con disabilità.

Una errata corrige è l’ultima nota di orgoglio ma si apprezza la correzione lessicale perché è importante utilizzare un linguaggio corretto quando si parla  di inclusione.

I toni con cui l’ordinario viene narrato come straordinario da questa amministrazione  ti dà il senso del nulla purtroppo. Ci si abitua pian piano ed il poco diventa meglio di niente.

Meno gloriosa sarebbe dovuta essere la sponsorizzazione – perché così è sembrata – dell’allestimento di aree accessibili e fruibili a persone con disabilità. Non può essere considerato un evento speciale la LIBERTÀ  di accesso e fruizione di aree balneari  quando la legge regionale sul demanio che divide in chiare percentuali l’utilizzo delle spiagge con finalità pubblica e privata sottolinea come le aree debbano essere in entrambi i casi allestite e accessibili e fruibili per TUTTI.

Si parla di un bagno al mare negato da sempre a persone che a causa di una mancata organizzazione del piano costiero vivono una condizione di handicap creata solo da inerzia e  cecità amministrativa.

E’ il caso di fare un po’ di chiarezza e smentire luoghi comuni : l’handicap non è una condizione propria della persona che ha difficoltà motorie, che è in uno stato fisiologico di ipovisione o cecità , o che ha un femore spezzato in due . L’handicap è lo svantaggio sociale della persona con disabilità . Se si provasse ad allestire una spiaggia con passerella in pvc, con passamano in corda, un bella pedana con zona d’ombra   e si provasse a lasciare qualche sedia job in riva al mare, l’handicap sparirebbe perché la persona con disabilità non vivrebbe lo svantaggio sociale di non fare almeno un bagnetto al mare.

È il poco che limita la possibilità  di agire delle persone ed in questo poco c’é tanta  responsabilità presente e passata.

Sarebbe stato il caso di dirlo sommessamente di aver fatto un poco.

È dal 2018 che la legge regionale (n. 48)  impone l’accessibilità nelle aree demaniali destinate alla balneazione per le persone diversamente abili. Si può propagandare come un evento sensazionale il rispetto di una legge regionale?

La Puglia – sempre per la stessa legge –  stanzia ben 20.000,00 euro per ciascun intervento per il COMUNE costiero che predisponga un’ area con queste caratteristiche. Sempre la regione Puglia dice che tra il 2019/2020 è stato stanziato un investimento sia nel brindisino che a Brindisi ma  la spiaggia non si è capito quale sia.

È la stessa che chiameranno “beach non so che” oppure è un’altra?

O è semplicemente Guida Blu che  ancora non ha aggiornato  il numero degli arenili di Brindisi accessibili a tutti?

La prima necessità per l’inclusione è che non abbia nulla di straordinario.

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