Stante le notizie riportate dagli organi di informazione, si apprende dell’avvio di un tavolo di confronto, tra Comune di Brindisi, Asl Br, S.t.p. e Vigili del Fuoco, sul tema dei parcheggi e l’accessibilità presso l’Ospedale “A. Perrino” di Brindisi. Un incontro che sembrerebbe aver prodotto i primi risultati considerata la stipula di una convenzione tra Asl e Comune di Brindisi che attribuisce alla Polizia locale il controllo del flusso veicolare e delle aree parcheggio ubicate anche all’interno del nosocomio al fine di rilevare possibili infrazioni. Tralasciando le valutazioni circa la scala delle priorità presa a riferimento nel confronto tra amministrazione comunale ed azienda ospedaliera, stante le note criticità nella sanità brindisina, quanto concordato/programmato lascia spazio a non poche perplessità. Quanto sopra, in considerazione della destinazione d’uso di aree immediatamente a ridosso dei reparti dedicati alla degenza e/o ambulatori senza limitazione alcuna e all’individuazione di nuove superfici da destinare a parcheggi come nel caso della zona denominata “arte del ferro” previo parere favorevole da parte dell’ANAS. Su questa ultima ipotesi forti sono le preoccupazioni circa un possibile nulla osta in quanto significherebbe archiviare definitivamente il progetto originario, bloccato da oltre un decennio, a causa di un contenzioso con gli occupanti dell’area, di collegamento tra Via Caduti di Via Fani e la SS7 in direzione Taranto costringendo gli automobilisti a percorrere lunghi tragitti congestionando complanari e l’area commerciale dove insistono medie e grandi strutture di vendita frequentate da decine di migliaia di consumatori. Oltre alle criticità vi sono opportunità trascurate come nel caso del progetto dello Shuttle che prevede immediatamente a ridosso del “Perrino” un parcheggio di scambio che potrebbe in futuro essere utilizzato anche al servizio delle attività ospedaliere, basterebbe sollecitarne la realizzazione considerato il cantiere pressoché fermo. La sensazione, sperando non sia così, stante le dichiarazioni rese è che si punti essenzialmente a fare cassa a discapito del bene comune caricando sulle casse comunali gestione, controllo e manutenzione di nuove superfici nonostante non si riesca a garantire il patrimonio esistente.
Giuseppe Zippo