Difendere l’indifendibile. Un’impresa in cui la maggioranza mostra sicuramente più impegno di quello che spende quotidianamente nella gestione della cosa comune.
“Questa candidatura di Brindisi a Capitale Italiana della Cultura sarà veramente come una spinta educativa, come una propulsione, un far sì che noi… che Brindisi che si è sempre vista un po’ come una città… non voglio dire ignorante… però… insomma un po’ così… un po’… (in dialetto ‘alla bona’) alla bona! Perfetto!”.
Questa la frase pronunciata dall’Assessore Lidia Penta (con infelice supporto del Sindaco Marchionna) oggetto delle critiche e dello sdegno non solo degli scriventi gruppi di opposizione, ma di una larga fascia della cittadinanza.
Una frase che – lo si ribadisce decisamente – indipendentemente dal contesto e dal tenore è semplicemente indifendibile, sotto il profilo concettuale prima ancora che dialettico.
Una frase che presta il fianco a una visione offensiva inaccettabile per la stragrande maggioranza dei brindisini che si dedicano attivamente al progresso culturale, sociale ed economico della città, senza bisogno di essere considerati alla ricerca di una “spinta educativa”.
Non ci rassegniamo al pensiero che il giudizio diffuso in merito al livello culturale della nostra città sia talmente infimo, né tanto meno può appartenere ai nostri rappresentanti istituzionali, perché costituisce un falso storico assolutamente inaccettabile.
La candidatura della nostra città a capitale italiana della cultura è certo una grande occasione, ma al contempo una consacrazione di un ricambio generazionale e di una rinascita culturale oramai consolidata. Se Brindisi ha ottenuto questa fondamentale possibilità deve anche ringraziare quello che oggi è, non soltanto sperare in quello che potrebbe essere.
Sfugge forse a questa maggioranza dormiente il fatto che storicamente la nostra città abbia già supportato egregiamente la candidatura di altre realtà territoriali (Lecce, Mesagne) nella difficile corsa a capitale della cultura, riscuotendo sempre importanti e significative manifestazioni di stima, una per tutte quella espressa già nel lontano 2013 dall’allora sindaco di Lecce Paolo Perrone in ordine all’immenso “valore storico e culturale di Brindisi”, le cui infrastrutture riteneva ovviamente fondamentali.
Sarebbe auspicabile che di tale valore avesse piena coscienza anche chi oggi ci rappresenta, piuttosto che abbandonarsi – ancora più grave in occasioni pubbliche – a stereotipi e luoghi comuni assolutamente antistorici e che non ci appartengono ormai da qualche decennio.
Questa opposizione continuerà ad operare, come fatto fino ad oggi, con quella coscienza, collaborazione e responsabilità che non è dato intravedere in larghe fasce della maggioranza, pronta ad esempio a provare a paralizzare i lavori, fondamentali per la città, della Commissione Consiliare Ambiente per mere beghe interne. Giova ricordare che i lavori di detta Commissione sono potuti proseguire solo e soltanto grazie ai numeri garantiti, responsabilmente, da questa opposizione.
Per questo non accettiamo lezioni di stile da chi di stile ne sta mostrando davvero poco.
Se esigere rispetto ed attenzione per la nostra città ci farà perdere la stima della maggioranza, ce ne faremo una ragione e se questo è il livello, anche un vanto.
A firma dei capigruppo di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Impegno per Brindisi, Uguaglianza cittadina, Movimento Regione Salento, Brindisi Bene Comune-Alleanza Verdi Sinistra, Attiva Brindisi