LE ASSOCIAZIONI DELLE RSA SCRIVONO DI NUOVO A EMILIANO E CHIEDONO INTERVENTI IMMEDIATI

  • AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA

DOTT. MCHELE EMILIANO

  • AL DIRETTORE DIPARTIMENTO SALUTE

DOTT. VITO MONTANARO

E, P.C.           –      AL PRESIDENTE DELL’ANCI

DOTT. ANTONIO DE CARO

OGGETTO: disposizione prot. n° AOO/005/285 del 4/04/2020.

Gent.le Presidente,  Gent.le Direttore,

sabato sera abbiamo ricevuto la vs. in oggetto, e come da indicazioni, abbiamo provveduto ad inoltrarla, stesso mezzo, alle strutture ns. associate.

Pur cogliendo e apprezzando l’obbligo, in capo alle ASL di sottoporre gli ospiti e gli operatori sanitari delle strutture a tampone rino-faringeo, non possiamo non evidenziare, ancora una volta, che la nota n° 7865 del 25/03/2020 che il Direttore Generale del Ministero alla Salute ha indirizzato alle Regioni, non è limitata alle RSA (e similari) in cui si sono verificati casi di COVID-19 , ma è estesa alle generalità di tali strutture, per l’ovvia ragione di prevenire e contenere il contagio. Ad un tempo, nella nota ministeriale non ritroviamo alcun limite riferito ai soli operatori sanitari, ma il tampone s’intende esteso anche al personale non sanitario che, in ipotesi, potrebbe risultare asintomatico ed essere proprio esso la fonte del contagio.

Tralasciando alcune disposizioni, perché già note ed attuate nelle ns. strutture oramai da più di un mese, ci soffermiamo su quelle che, risultano evidentemente irricevibili perché inattuabili:

  1. b) suddivisione in piccoli gruppi.

La disposizione di dedicare tutti i giorni gli stessi operatori ai singoli (e piccoli) gruppi, è incompatibile con gli standard regolamentari relativi agli organici e, quindi, in pratica, con la forza lavoro di cui dispongono le ns. strutture.

Se, a buon esempio, prendiamo una RSA da 60 posti letto, il suo organico sarà composto da: 15 OSS, 4 infermieri, 1 terapista della riabilitazione, 1 Assistente Sociale, 1 Responsabile Sanitario, 1 Psicologo, 1 Educatore etc.

Nell’arco dei turni che compongono la giornata, generalmente avremo 6 OSS ed Infermiere al mattino, lo stesso organico nel pomeriggio e 2 OSS ed 1 infermiere la notte, dovendo poi garantire a tutti, dopo il turno notturno, un turno di riposo.

Comprenderete, quindi, che l’infermiere in turno dovrà occuparsi di tutti gli ospiti della struttura  e gli OSS, come minimo avranno  da occuparsi di un gruppo di almeno 10 pazienti. Nel turno notturno, invece, i 2 OSS dovranno occuparsi ognuno di 30 pazienti e l’Infermiere di tutti e 60.

Per tutte le altre figure professionali previste in organico e sopra non prese ad esempio, essendo composte da una singola unità per profilo (1 medico, 1 assistente sociale, 1 Psicologo etc.), è di tutta evidenza che dovranno occuparsi di tutti e 60 i pazienti della struttura.

Al fine, quindi, di poter rispettare le disposizioni contenute nella nota che si riscontra, l’ organico delle ns. strutture dovrebbe, perlomeno,  essere raddoppiato (forse triplicato).

Le chiediamo, pertanto, anche nella Sua qualità di Coordinatore delle attività di Protezione Civile, di reclutare, perlomeno, il personale infermieristico e gli OSS necessari ad assicurare alle ns.  strutture le maggiori prestazioni che ha previsto nella nota in oggetto.

  1. e) Sospensione dei ricoveri e allontanamenti temporanei per ricoveri ospedalieri.

Riteniamo di aver definitivamente compreso la posizione di codesta Regione, di limitare il rischio il contagio all’interno delle strutture socio-sanitarie, evidentemente essendo a voi nota una diffusione praticamente uniforme del virus in quasi tutti gli ospedali pugliesi.

Le disposizioni impartite, però, non tengono in alcun conto le peculiarità delle strutture sanitarie e socio-sanitarie alle quali si rivolgono le stesse.

Non possiamo, pertanto, non segnalare quanto segue:

  • Alcuni ospiti devono necessariamente e ripetutamente recarsi in ospedale per: trasfusioni, chemioterapie, dialisi, indagini diagnostiche a carattere urgente, etc.
  • Molti di questi sono del tutto privi di sostegno familiare, alcuni non hanno alcun domicilio o abitazione e sono amministrati da Tutori legali o amministratori di sostegno ed il loro ricovero nelle ns. strutture è stato disposto dal Giudice Tutelare; altri, addirittura hanno la residenza anagrafica presso la struttura che li ospita.
  • Le patologie che interessano i ns. pazienti sono diffusamente di tipo neurologico e richiedono un’assistenza tutelare e infermieristica nel corso di tutte le 24 ore della giornata, la stragrande maggioranza di queste persone vengono proprio dal percorso domiciliare che non è più sufficiente a garantire la loro assistenza.

Se, pertanto, nonostante i ns. presenti rilievi, confermerete le disposizioni che si riscontrano, le ns. strutture certamente le rispetteranno, ma vi avranno resi  edotti e consapevoli delle conseguenze, che saranno di forte impatto per i pazienti, per i loro congiunti (ove esistenti) e per le strutture ospedaliere che si troveranno a dover affrontare questa ulteriore emergenza di dover accudire pazienti anziani e disabili (moltissimi per patologie neurologiche) sino al termine di questa emergenza mondiale, non potendo essi essere assistiti a domicilio per le ragioni cui innanzi.

In ogni caso, in questo primo mese di riduzione delle ns. attività abbiamo subito una consistente riduzione delle entrate dovuta alla sospensione dei ricoveri ed un consistente incremento delle spese dovute alla sostituzione del personale assente dal servizio per le diverse ragioni (congedi, ferie, quarantene, etc.) ed all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, alcuni dei quali (tipo le tute e i camici), non erano del tutto in uso nelle ns. strutture ed i cui relativi costi sono lievitati in modo esponenziale.

Queste ultime ns. considerazioni, Signor Presidente, ci riportano alle varie note di questa federazione di associazioni, ai temi dibattuti nella videoconferenza del 31 marzo u.s. ed alla ns. conseguente e più recente nota del 2 aprile, tutto rimasto senza risposta, non volendo intendere quella che si riscontra come la risposta che attendevamo.

Infatti, nel corso del ns. richiamato video-incontro del 31 scorso ci aveva rassicurato, sia Lei che il Direttore, del fatto che la Regione non avrebbe abbandonato al proprio destino circa 200 strutture pugliesi (tra RSA, ex RSA, Presidi di riabilitazione etc.), perché imporre tali disposizioni senza misure di sostegno equivale, sostanzialmente, a creare grave pregiudizio alla continuità aziendale delle ns. aziende, già in situazione di squilibrio finanziario e nell’imminenza del tracollo economico.

Siamo certi che questa non può  essere la volontà della Regione Puglia che Lei presiede e rappresenta e siamo ancor più  certi che manterrà fede alle promesse fatte, Le chiediamo, però, di darci concreto riscontro e manifestazione della Sua volontà.

La presente è inviata anche al Presidente nazionale dell’ANCI affinché dia specifiche disposizioni ai Sindaci pugliesi ove insistono le strutture in discussione, i quali nella loro qualità di  Responsabili territoriali di Protezione Civile dispongano quanto necessario in ausilio alle predette strutture, sia in termini di personale utile ad integrare gli organici e ottemperare alle disposizioni regionali di cui alla nota in oggetto, sia per garantire la fornitura dei Dpi necessari, restate inevase tutte le precedenti ns. richieste e risultando gli stessi introvabili sul mercato.

Restiamo, ancora una volta, nella cortese attesa di un Suo celere riscontro, sia per quanto sopra espresso, sia dando qui per richiamate le ns. richieste contenute nell’ultima nota del 2 aprile u.s.

Cordiali saluti.

AGESPI     C. Piantoni

AIOP          P. Salatto

ANSDIPP   N.  Castro

ASSoAP     F. Margilio

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