L’America rende omaggio al regista Sergio Martino


Sergio Martino, che ha da poco compiuto 85 anni, è un regista, attore e sceneggiatore italiano. Nipote del regista Gennaro Righelli, fratello del produttore Luciano Martino, è uno dei maggiori esponenti italiani del cosiddetto cinema di genere, spaziando dal western alla commedia sexy.
Nel 2017 ha pubblicato la sua autobiografia intitolata:”Mille peccati…nessuna virtù?”, mentre nel 2019 è stato realizzato un documentario sulla sua carriera diretto da Daniele Ceccarini e Francesco Tassara. Esordisce come sceneggiatore col western “Per 100.000 dollari t’ammazzo” di Sidney Lean e come regista con il sexy-documentario “Mille peccati, nessuna virtù” (1968). Sergio Martino è uno dei più prolifici registi italiani con tanti film all’attivo negli anni d’oro del cinema italiano. Sergio Martino, Il regista che Quentin Tarantino laureò tra i suoi maestri ispiratori nella retrospettiva veneziana del 2004 dedicata al cinema di genere italiano. Martino che insieme a Castellari, Di Leo, Lenzi, Margheriti, Sollima e tanti altri erano sgraditi a una certa critica nostrana, la stessa che non apprezzava il grande Totò e che negava la lode a “La strada” di Fellini, ritenuta un vero capolavoro dai Francesi e dagli Americani. Il suo cinema forse non piaceva ai critici, ma era acclamato dal pubblico. In Italia è conosciuto soprattutto per film come “L’allenatore nel pallone” (con Lino Banfi), “Cornetti alla crema” (con Lino Banfi e Edwige Fenech) e tanti altri film comici. Conosciuto ed apprezzato all’estero prevalentemente per i suoi thriller, i polizieschi e i film d’azione. Tra i suoi film più celebri:”Milano trema: la polizia vuole giustizia”; “La polizia accusa: il servizio segreto uccide”; “Morte sospetta di una minorenne”; “La coda dello scorpione”; “Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave”; “Lo strano vizio della signora Wardh”; “Tutti i colori del buio” e tanti altri. Il suo più grande successo è, sicuramente, “Torso”, girato nel 1973, conosciuto anche come “I corpi presentano tracce di violenza carnale”, il thriller all’italiana più amato da Quentin Tarantino. A gennaio Sergio Martino, invitato in America, è stato letteralmente acclamato da un’immensa folla di fan e accolto, come si addice ad un grande del cinema, a Los Angeles e Chicago. Tanti i riconoscimenti ottenuti, in particolare per il film del 1973:”Torso” (I corpi presentano tracce di violenza carnale), proiettato a Chicago in sua presenza. Un film scritto insieme al mitico sceneggiatore Ernesto Gastaldi e, sicuramente, il lavoro più apprezzato all’estero. Il regista, inoltre, ha voluto ringraziare pubblicamente il leggendario Eugenio Alabiso, montatore di gran parte dei suoi film. Un’esperienza veramente esaltante per Sergio Martino che ha voluto così commentare per gli amici del gruppo “Camposecco Far West” che lo seguono con passione:”Quello che non avveniva in Italia, ai tempi della programmazione nelle sale, nei giudizi dei critici, avveniva già in altri paesi del mondo. Ora anche in Italia si scopre che quel cinema italiano esportato in tutto il mondo, non era e non è poi tanto male, grazie alla scoperta delle generazioni di oggi di quel cinema che riempiva le sale, ma era bistrattato dalla critica. Per fortuna oggi c’è questa nuova lettura di quei film, grazie ai tanti giovani che lo stanno riscoprendo. Non è mai troppo tardi!”. Un grande regista, un orgoglio italiano osannato anche all’estero, un uomo che evidenzia ancora oggi una grande passione per il cinema che ha contribuito ad arricchire con tanti capolavori. Recentemente il regista è stato premiato con una targa dal gruppo “Camposecco Far West”, alla presenza del montatore Eugenio Alabiso. Nella foto Sergio Martino è con Eugenio Alabiso e Francesco Romano (Camposecco Far West). Anna Consales

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