“La vita è bella” di Benigni per il “Giorno della Memoria”


“La vita è bella”, film del 1997, co-scritto, diretto e interpretato dal grande Roberto Benigni, è, sicuramente, un vero e proprio “documento”, un modo assolutamente esaltante di trattare un tema così importante. Martedì 28 gennaio, per celebrare il “Giorno della Memoria”, è stato trasmesso in televisione per diffondere un messaggio importante, affinché non si perda la memoria di una tragedia immane, compiutasi nell’indifferenza di tutto il mondo. Ricordare è importante affinché non si ripetano mai più cose simili. Ricordare ogni giorno, sempre, anche se è giusto avere una giornata per una memoria collettiva. Il “Giorno della Memoria” è stato istituito in Italia con la legge 20 luglio 2000, n. 211, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Era il 27 gennaio 1945, 80 anni fa, quando le truppe sovietiche entrarono, per la prima volta, nel campo di concentramento di Auschwitz, il più tristemente noto tra i campi di sterminio diffusi in tutta l’Europa centro-orientale. Finalmente fu rivelato al mondo l’orrore del genocidio nazifascista e i sopravvissuti raccontarono ciò che avevano vissuto. Il film “La vita è bella”, vincitore di tre premi Oscar: miglior film straniero, migliore attore protagonista (Roberto Benigni), e migliore colonna sonora (Nicola Piovani), continua a essere una delle pellicole più apprezzate e popolari nel mondo, un vero e proprio cult. Indimenticabile Sofia Loren che, durante la cerimonia degli Oscar, il 21 marzo del 1999, aprì la busta e gridò “Roberto!”, e l’attore scavalcò in piedi le file che lo separavano dal palcoscenico e l’abbraccio che seguì fu realmente tanto emozionante. Un film particolarmente intenso e pieno di sentimenti, dove la tematica così violenta viene trattata con sensibilità e una chiara intenzione di cercare disperatamente del buono anche in situazioni estreme. È un film sull’amore assoluto di un padre nei confronti di suo figlio, amore per una donna che è disposta a rinunciare a tutti i privilegi di cui potrebbe godere per la sua famiglia e, sicuramente , per la vita, nonostante tutto. Amore incondizionato di un uomo che riesce a mistificare la realtà e l’orrore di un campo di concentramento che diventa, così, location di un gioco irreale, ma tanto veritiero agli occhi di un bambino che non può capire il perché di tanto orrore. Il padre sacrificherà la sua stessa vita per cercare di salvare la sua famiglia. Amore e morte, violenza e speranza, incredulità e consapevolezza di quanto è successo. Anna Consales

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