Dopo gli articoli di Brindisitime sulla vicenda Jindal si registra una risposta dalla Uiltec che assicura la richiesta di un tavolo di confronto su investimento e assunzioni con vertici aziendali
“In piena calura estiva, uno degli argomenti che nelle ultime settimane ritorna alla ribalta, pare sia quello legato all’investimento in quel di Brindisi, della società Jindal Films.
E forse non poteva essere diversamente visto non solo l’entità economica dell’investimento (circa 50 milioni di euro di cui ben 12 finanziati da noi cittadini pugliesi), ma anche le assunzioni previste a regime (circa 80), fanno ritornare gli appetiti a più di qualcuno in un periodo fin troppo lungo di crisi economica ed occupazionale.
Condividendo pienamente le forti preoccupazioni già avanzate da qualche altra Organizzazione Sindacale e denunciate nei giorni scorsi anche da qualche testate giornalistica, circa alcune problematiche di gestione del personale e di sicurezza all’interno dell’azienda, accompagnate da una mancanza totale di Relazioni Sindacali e da un atteggiamento alquanto arrogante, da parte di un Management locale privo di supervisione di livello superiore, come Uiltec Territoriale, ci preme evidenziare alcuni aspetti:
“…il silenzio generale delle OO.SS…”, su questi argomenti, così come sottolineato da qualcuno, almeno per quanto ci riguarda, non può essere interpretato come un atteggiamento di collusione o peggio di condivisone di certi atteggiamenti aziendali;
più volte invece abbiamo chiesto, attraverso la nostra Rappresentanza Sindacale Aziendale, chiarimenti ed intendimenti circa le numerose scelte unilaterali effettuate, sottolineando la mancanza di comunicazione alle parti sociali (RSU/Territoriali), sui temi relativi all’utilizzo dei lavoratori interinali, staggisti, garanzia giovani, orario di lavoro, ecc.;
continuiamo inoltre a chiedere l’apertura di un tavolo di confronto tra le parti per conoscere la nuova Organizzazione del Lavoro che si applicherà sui nuovi impianti che, seppur contrattualmente di pertinenza aziendale, và comunque discussa e condivisa con la RSU;
Di contro, abbiamo ricevuto diniego, sberleffi e addirittura rivalse nei confronti di nostri Iscritti.
Certo, abbiamo evitato volutamente forme eclatanti di protesta e di diffusione di queste e di altre anomalie all’esterno del recinto aziendale, per puro senso di responsabilità nei confronti di tutti i lavoratori della Jindal e dei giovani neo assunti che guardano con molto interesse questo investimento, indispensabile a garantire loro una tranquillità occupazionale per i prossimi anni.
Questo nostro atteggiamento responsabile, che per certi versi contraddistingue la politica della Uiltec a tutti i livelli, non può essere però interpretato come un comportamento compiacente e arrendevole nei confronti di una Azienda come la Jindal, che non ha mai lesinato l’utilizzo di metodi coercitivi nei confronti dei propri dipendenti, quali le contestazioni personali con relativi provvedimenti disciplinari, fino ai vari licenziamenti o alle “dimissioni volontarie” degli ultimi periodi.
Attraverso l’applicazione della “teoria di Starace memoria” (A.D. Enel), scientemente studiata e diffusa (guarda caso) nelle aule Universitarie di Confindustria, si propaga un terrorismo psicologico all’interno dei propri dipendenti, generando un clima intimidatorio che certamente non fa bene al proseguo delle attività lavorative, ma anzi produce altissimi effetti negativi rinveniente dallo stress di lavoro correlato, proprio così come sta accadendo nella Jindal di Brindisi (materia che gli RLS aziendali farebbero bene a porre all’attenzione del Medico Competente).
Diversa vicenda invece quella legata alla problematica del cambio Appalti e al coinvolgimento dell’imprenditoria locale nella realizzazione dei nuovi impianti. Altri, a nostro avviso, avrebbero dovuto controllare e denunciare nelle sedi competenti le eventuali anomalia che oggi qualcuno ipotizza, a cominciare proprio dalle Associazioni Imprenditoriali e di Categoria, ma probabilmente nei mesi scorsi erano tutti quanti distratti dalle medesime e note vicende riguardanti l’Eni e l’Enel. Purtroppo a Brindisi, spiace constatare, che tutti i mali sono riconducibili verso quelle due aziende, mentre tutte le altre godono e vivono di rendita.
Chiudiamo con una riflessione che è a disposizione di tutti quanti: in presenza di pochissimi investimenti è naturale che intorno ad essi si concentrano le attenzioni di ognuno e soprattutto si generano aspettative, purtroppo anche mortificanti, in tutti quei giovani e meno giovani alle prese con la grave epidemia della disoccupazione. Non possiamo certamente pensare che, in questo caso la Jindal Films, possa soddisfare “la fame di lavoro” nel nostro territorio, ma indubbiamente un atteggiamento diverso e più consono al contesto che viviamo, forse sarebbe stato più utile e indispensabile.
Ma tant’è…!! A volte l’inesperienza, associata all’incapacità gestionale di simili eventi, sono le prime avvisaglie di un fallimento che, per il bene di tutti, speriamo sia solo quello di una Direzione Aziendale e di alcuni fidati consiglieri, e non della stessa Jindal Films che tanto comunque ha contribuito, attraverso un forte impegno economico della famiglia Indiana, probabilmente ignara e all’oscuro di tutte queste problematiche, a portare questo investimento nel nostro territorio.
Come Uiltec, nei prossimi giorni, ci attiveremo a richiedere ufficialmente un tavolo di confronto per conoscere lo stato dell’investimento e affrontare le varie problematiche esistenti”.