JINDAL – ARRIVANO DAL CANTIERE ALTRE DENUNCE SU CONDIZIONI DI SICUREZZA INESISTENTI

Dopo la denuncia di Brindisitime, comincia a crearsi uno squarcio nella rete di protezione che Jindal ha posto da tempo intorno alle sue attività. L’azienda indiana, come è noto, sta realizzando un ampliamento dello stabilimento brindisino, con l’obiettivo di aumentare la produzione e soddisfare le esigenze di un mercato in crescita. Dalla Regione Puglia ha ottenuto la firma di un contratto di programma, con ben dodici milioni di euro a fondo perduto. Ebbene, come abbiamo già detto, le condizioni con cui sono stati appaltati i lavori sono inaccettabili e stringono un cappio al collo all’imprenditoria locale. In sostanza, per lavorare con la Jindal bisogna accettare una tariffa di 17 euro all’ora, compresi gli oneri di sicurezza. E la conseguenza è che nel cantiere di sicurezza davvero non se ne può parlare. Dopo la nostra denuncia siamo stati contattati da chi in quel cantiere ci lavora. Le foto che vi proponiamo rappresentano la migliore conferma dei rischi a cui vanno incontro gli operai. Aree di lavoro non delimitate, ferri piantati nel terreno senza alcuna protezione e buche coperte con delle tavole. Viene da chiedersi se queste cose le vediamo soltanto noi o se sono state riscontrate anche dalle competenti strutture dell’Asl e dall’Ispettorato del Lavoro. Un altro aspetto gravissimo è rappresentato dal silenzio di tutti coloro che potrebbero denunciare insieme a noi quanto accade in quel cantiere. Il riferimento è alle associazioni di categoria ed alle organizzazioni sindacali. Un fatto gravissimo che meriterebbe ben altri approfondimenti.

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