La città di Brindisi è stata coinvolta dalla sperimentazione su base nazionale che è finalizzata a creare un sistema di allarme che può raggiungere tutti i cittadini interessati da un evento funesto.
Oggi è stata effettuata una simulazione di incidente industriale nello stabilimento Basell della zona industriale del capoluogo e per effetto di tale simulazione tutti i cittadini che avevano un cellulare acceso nel giro di due chilometri dall’impianto hanno ricevuto un messaggio di allarme in cui è stato ben spiegato, però, che si trattava di una simulazione.
Basell, come è noto, è soggetto alla direttiva Seveso e quindi viene considerato a tutti gli effetti un impianto a rischio. Il sistema IT Alert è sicuramente un importante passo in avanti verso la individuazione di sistemi di sicurezza, ma a Brindisi siamo ancora all’anno zero da questo punto di vista.
Nessuno spiega ai cittadini, infatti, cosa deve fare in caso di incidente, così come i cittadini non conoscono quali sono le vie di fuga dalla città se si verifica un incidente nella zona industriale. Nessuno spiega, inoltre, se è conveniente – ai fini della sicurezza – chiudersi in casa e chiudere ogni finestra per non respirare veleni oppure tentare la fuga a bordo di autoveicoli o addirittura a piedi. L’informazione dettagliata, almeno per questi casi, non può essere limitata ad un messaggio telefonico e deve prevedere un costante aggiornamento che può vedere coinvolti anche gli esponenti delle forze dell’ordine, così come la polizia locale.
E invece basta rivolgersi ai cittadini per scoprire che nessuno saprebbe comportarsi in caso di pericolo. Un fatto grave, purtroppo comune a tante città del nostro Meridione.