INVESTIMENTI AVIO, CURTO: “MOLTO MODESTE LE RICADUTE OCCUPAZIONALI”

L’intesa sulla ipotesi di accordo tra Avio – ormai  General Electric –  e le organizzazioni sindacali è stata salutata con cori unanimi inneggianti ad un risultato da cui dovrebbero scaturire  investimenti,  che solo per lo stabilimento brindisino, ammonterebbero a ben 80 milioni di euro.

Naturalmente, dalla notizia ne è derivata una diffusa e ottimistica sensazione di un boom occupazionale senza precedenti che ha coinvolto  emotivamente moltissimi giovani e le loro famiglie.

Per quanto ci riguarda  riconosciamo al colosso dell’aerospazio una eccellenza e una affidabilità non comuni. Pur tittavia, per senso di responsabilità politica, ci appare  doveroso chiedere qualche dettaglio in più su una intesa che – al contrario delle citate sensazioni – proprio  sul piano meramente occupazionale corre il rischio di rivelarsi del tutto irrilevante.

Infatti, se le notizie riportate dagli organi d’informazione dovessero corrispondere al vero – e non abbiamo motivi per sostenere il contrario – il risultato finale in termini di nuova occupazione si assesterebbe su qualche decina di stabilizzazioni, ovvero la conferma per giovani che già lavorano in Avio, e su solo 22 nuove unità da assumere, peraltro, entro il 2019.

Di conseguenza, ove tali numeri dovessero essere confermati, il risultato che ne deriverebbe non potrebbe che essere definito modesto, molto modesto!

A questo punto alcune domande sono doverose. La prima. Quanto, degli 80 milioni di euro di investimenti, previsti per Brindisi  è riconducibile a risorse pubbliche, intendendo con esse i conferimenti statali e/o regionali drenati sotto la forma dei Contratti di Programma? La seconda. Questi investimenti garantiscono i già esangui livelli occupazionali per quale arco temporale? Un anno, due anni, 10 anni, o più? Sarebbe opportuno precisarlo!. Terza e ultima domanda. Il Piano industriale riferito agli 80 milioni di euro d’investimenti prevede l’adozione di nuove tecnologie dalle quali potrebbe derivare una minore esigenza di lavoratori?

Per carità, nessuno di noi intende iscriversi al club dei neoluddisti, ma siccome non tutta la politica locale è beona, qualche risposta precisa al riguardo appare non solo opportuna ma anche doverosa.

Infine, un suggerimento alla Regione Puglia: l’ultimo quinquennio vendoliano si caratterizzò per le troppe risorse regionali incautamente investite in progetti che poco o nulla hanno poi portato al territorio. E pertanto,  non dovrebbe apparire inopportuno  chiedere alla Regione Puglia, quanto meno  a partire dal 2017,  un maggior rigore nell’attribuzione di risorse finanziarie.

Avv. Euprepio Curto, Movimento politico “Progetto per l’Italia”

 

 

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