Ieri pomeriggio, presso la Sala Università di Palazzo Granafei Nervegna, c’è stato un importante Convegno- Dibattito, organizzato da i Club per l’ Unesco di Brindisi e Bisceglie, insieme al Centro per l’ Unesco di Torino, per dare voce al messaggio Unesco nel Decennio Internazionale ONU- UNESCO per l’ Avvicinamento delle Culture (2013- 2022), e contribuire alla realizzazione dei suoi ideali. Tema del Convegno:”Il lavoratore migrante mediatore di cultura. Difficoltà e opportunità”. La Dott. ssa Clori Ostillio Palazzo, Presidente del Club per l’ Unesco di Brindisi, ha salutato i presenti, focalizzando l’ importanza e l’ attualità dell’ argomento trattato. Ha moderato i lavori, Francesca Mandese, giornalista del Corriere del Mezzogiorno – Corriere della Sera. È stato proiettato un video con Maria Paola Azzardo, Presidente Centro Unesco Torino, relativo ad un progetto con varie scuole:”Le scuole raccontano l’ Immigrazione”, che ha coinvolto circa 1900 studenti. Un’ esperienza unica, a cui gli studenti hanno aderito con serietà ed entusiasmo. Tante le attività, fra cui le interviste agli stranieri, che arrivano nel nostro paese in cerca di un futuro migliore. Vari gli interventi di saluto, la Dott. ssa Maria D’ Aprile, Head Liaison & Protocol Unit della base ONU di Brindisi, che ha posto l’ attenzione anche sul titolo dato al Convegno, in due lingue, inglese e italiano, che denota, già, un cambio di prospettive importante. Ha focalizzato la difficoltà di integrazione fra culture diverse, che può diventare Opportunità. Molto interessante e “appassionato” l’ intervento del Dott. Vito Lotito, Former V. P. Human Resources and Administration Greater Toronto Airports Autority, che ha relazionato su:”Il giusto processo integrativo del fenomeno di migrazione dei popoli”. In Canada, dove lui stesso attualmente vive, sono milioni le domande fatte da chi vorrebbe trasferirsi. Un sesto della popolazione di Toronto, per esempio, sono oriundi italiani. Ci sono vari test da superare e punteggi da raggiungere. In media, sono necessari 75 punti per accedere alla fase finale ed essere ammessi in Canada. Lo stesso dott. Lotito, ha alle spalle un’ esperienza come emigrante, nella patria adottiva. Sono ormai quasi 44 anni che vive in Canada. È stato un processo lungo di socializzazione, che lo ha, effettivamente, arricchito. Nel lontano 1906, il suo bisnonno partì dall’ Italia, alla ricerca di una vita migliore. Quando si parte, si lascia la propria patria, c’ è un collasso di tutte le reti di protezione. Viene, a volte, il magone e ci si chiede:”perché sono andato via?”. Nel nuovo paese, si ha il dovere di adattarsi, che, però, non significa integrarsi. È soltanto la prima fase. Quando si arriva in una nuova nazione, non si può criticare ciò che non si capisce. Bisogna, invece, rispettare e accettare la nuova realtà. È fondamentale imparare la lingua, un segno di rispetto verso la nazione ospitante. Il contrario di integrarsi, è chiudersi in un ghetto culturale. Ha parlato, poi, della sua famiglia che rappresenta tutti i paesi del G7, escluso il Giappone! Molto simpatico e coinvolgente il suo intervento. È stata la volta, quindi, del Dott. Domenico Coppi, Sindaco di Turi, che ha approfondito il tema dei “Lavoratori Migranti, un’ esperienza tra accoglienza e sfruttamento”. Il Sindaco ha parlato della realtà di Turi, uno dei paesi fra i maggiori produttori di ciliegie. Il fenomeno dell’ immigrazione è arrivato improvvisamente nel paese. Nel periodo della raccolta, lavorano tanti immigrati, tutti con regolare permesso di soggiorno, ma senza un alloggio. Non ci sono problemi di ordine pubblica, l’ accoglienza è ben organizzata. Il dott. Coppi sostiene che, senza immigrati, siamo un paese perso, un paese vecchio, con un tasso di natalità bassissimo. Spesso, però, questi uomini vengono sfruttati. Le istituzioni non devono lasciare soli i sindaci, ad occuparsi di tutto. Convegno molto interessante e pieno di spunti su cui riflettere. Anna Consales
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