Inclusione sociale – risorse insufficienti per assicurare i servizi

Ecco la nota pervenuta in redazione:

Bando di gara e capitolato d’oneri per l’affidamento in gestione dei servizi di
inclusione sociale: Centro di contrasto a tutte le povertà – Pronto Intervento Sociale –
Contrasto alla violenza di genere e gestione del CAV Crisalide
In una città come Brindisi che si candida a futura capitale italiana della cultura, oggi al
contrario collocata al terz’ultimo posto in Italia per mancanza di laureati e per il basso tasso di
occupazione (Sole 24 ore, maggio 2024), le politiche sociali dovrebbero orientare l’azione della
Pubblica Amministrazione verso il benessere dei cittadini e delle cittadine, garantendo la
promozione dei diritti sociali e un adeguato impiego delle risorse economiche rese disponibili
anche dal PNRR. Di contro, si assiste a scelte dell’amministrazione locale che mortificano i servizi
esistenti e propongono, attraverso nuovi bandi di gara, un assetto di interventi ancorchè rivolti a
garantire la sicurezza sociale, ma che di fatto non prevedono risorse sufficienti per assicurarne il
reale compimento, gravando sulla responsabilità dei lavoratori e lavoratrici degli enti del terzo
settore che si candidano a gestire i servizi programmati.
Dalla lettura del bando di gara relativo ai cd. Servizi di Inclusione Sociale (CIG B1D6544D52) si rileva
un complesso di prestazioni e interventi richiesti non compatibili sia con le risorse umane che con
le risorse economiche che il bando predispone. La medesima dotazione di personale che fino a
precedente incarico doveva occuparsi di due servizi organizzata in un’unica équipe, oggi
smembrata in due equipe differenti, viene destinata al funzionamento di 3 servizi che necessitano,
per essere realizzati, di interventi capillari complessi e in orari ben più ampi e non congrui, né
adeguatamente riconosciuti nel bando:

  1. Per quanto riguarda gli interventi richiesti all’interno del servizio PIS è prevista una disponibilità
    delle operatrici h24 (pag. 5 art. 4 punto B) per attività di immediato intervento sul posto della
    segnalazione o presso il domicilio dell’utente, accompagnamento verso le strutture di accoglienza
    con rischi per l’incolumità personale delle operatrici, per i quali non è espressamente contemplato
    il riconoscimento del costo della reperibilità e dell’indennità di rischio. In altri comuni tale attività
    costituisce apposito Servizio con equipe esclusivamente dedicata e finanziata da specifici fondi.
  2. La stessa equipe impegnata nel servizio di cui sopra dovrà occuparsi anche della gestione del
    Servizio Contrasto alla Povertà per il quale non sono pienamente delineate le azioni in quanto si
    prevede che per alcune di esse verranno “dettagliate in uno specifico protocollo da sottoscrivere
    nella fase di aggiudicazione definitiva del presente bando”. Inoltre viene prevista una attività di
    “rilevazione, sistematizzazione e mappatura scientifica e informatizzazione dei dati e la
    realizzazione di un applicazione utilizzabile dai cittadini per la rilevazione e segnalazione di
    situazione di povertà sul territorio” che prevedono competenze e professionalità che non possono
    essere ridotte alle qualifiche con cui si intende inquadrare il personale e che aggiungono carichi di
    lavoro che esigerebbero personale addetto o una estensione riconosciuta dell’orario di lavoro
    dell’equipe in forze (pag. 5 art 4 punto A)
  3. Per quanto attiene al CAV “Crisalide” colpisce l’estrema semplificazione con cui
    l’amministrazione scrivente riconduce il fenomeno della violenza di genere strettamente alla
    povertà (“la povertà è sia conseguenza che causa della violenza di genere”, pag. 1) , mentre è
    acclarato quanto tale problema sia trasversale a tutte le classi sociali e a tutti i contesti socio
    culturali ed economici, così come ben documentato nella letteratura e ampiamento verificato in 25
    anni di attività del Centro Crisalide al servizio di questa comunità. Per il funzionamento del CAV il
    bando prevede che “il quadro normativo di riferimento è precettivo e vincolante con riguardo al
    Centro Antiviolenza Crisalide ed è individuato nell’articolo 107 del R.R. n.4/2007” (pag.3) ribadendo
    che “il richiamo alle norme è specifico con riferimento alla gestione del centro pubblico Crisalide”,
    argomentazione con cui, pochi mesi fa, l’amministrazione di Ambito ha ritenuto di escludere
    l’utenza minorenne. Nonostante ciò, tra le azioni contemplate nel bando, si prevede
    “l’organizzazione di spazi protetti tramite apposita richiesta del servizio sociale professionale, a
    seguito di provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria competente” che inevitabilmente
    porteranno le operatrici ad occuparsi dei minori e delle loro famiglie (pag. 6 punto C). Sempre in
    ottemperanza a quanto previsto al succitato art. 107, il CAV deve garantire una reperibilità h24
    dell’equipe dedicata, anche qui senza prevedere un riconoscimento di tipo economico.
  4. Rispetto alla modalità di erogazione dei tre Servizi (art. 6 pag. 9), il bando specifica, in maniera
    anomala, che saranno fornite “ulteriori e più dettagliate indicazioni operative che verranno
    condivise con l’impresa aggiudicataria mediante l’elaborazione di un disciplinare di servizio”,
    lasciando nell’incertezza le operatrici stesse rispetto all’effettivo carico di lavoro e l’organizzazione
    delle attività.
  5. Nella previsione della clausola sociale si rileva una notazione (pag. 11) in cui si specifica che
    “l’inquadramento considerato ai fini del calcolo del costo della manodopera espresso nel
    disciplinare di gara, non corrisponde necessariamente con quello attuale del personale storico, in
    quanto è stato rimodulato per essere compatibile con il “nuovo fabbisogno”, aprendo spazi di
    dubbia interpretazione non rassicuranti né tutelanti la platea storica.
  6. La riduzione dell’orario dell’addetta all’amministrazione a 20 ore (pag. 10) in contrasto con la
    clausola sociale.
    L’analisi di queste criticità evidenzia una disattenzione ai principi di tutela previsti dai contratti
    collettivi nazionali del lavoro, aggravando con sovraccarico, indeterminatezza e sfruttamento, la
    condizione già patita di precarietà delle operatrici.
    Brindisi, 5 giugno 2024
    Le lavoratrici:
    Rosanna Antonante
    Antonella Aportone
    Rosa Bellanova
    Giulia Leone
    Veronica Pesari
    Anna Solidoro
    Carla Torsello
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