IMPRESE BRINDISINE E ZUCCHERIFICIO – CISTERNE INVIATE A MONOPOLI, MENTRE A BRINDISI ESISTE UN IMPIANTO ALL’AVANGUARDIA

Quella che vi raccontiamo è l’ennesima storia di imprese brindisine maltrattate da chi proprio in questo territorio ha realizzato i propri impianti e quindi ha fatto lievitare i propri profitti. E’ il caso dello zuccherificio “SRB SpA” (ex Sfir). I suoi responsabili degli acquisti, infatti, hanno pensato bene di ignorare che a Brindisi esiste un impianto all’avanguardia nel settore dell’autolavaggio, di proprietà dell’imprenditore Oronzo Scapecchi, preferendo far percorrere decine e decine di chilometri in più agli autisti delle autocisterne per recarsi a Monopoli. Eppure i silos alimentari nell’azienda di Scapecchi vengono lavati, igienizzati ed asciugati con sistemi altamente professionali e in perfetta sintonia con quanto previsto per legge.

Un investimento – quello effettuato da Scapecchi – finalizzato proprio a rispondere alle esigenze dello zuccherificio. Non a caso, furono proprio i dirigenti dell’epoca a far presente che occorreva un impianto di questo tipo sul territorio. Ad un certo punto, però, c’è stata la rottura. Scapecchi l’attribuisce al fatto di essere stato troppo ligio al dovere, segnalando allo zuccherificio anomalie da parte di autotrasportatori che giungevano a Brindisi con le cisterne sporche di altro materiale (cemento, asfalto plastica) non compatibile con lo zucchero e, più in generale, i prodotti alimentari. Questa rigidità ha consentito all’azienda di Scapecchi, negli anni, di ottenere tutte le certificazioni di qualità. Con il cambio di proprietà allo zuccherificio, però, sono state chiuse le porte in faccia a Scapecchi, affidando il lavaggio delle autocisterne ad un impianto di Monopoli che, a quanto pare, non avrebbe neanche tutte le autorizzazioni richieste e che un anno fa è stata sanzionata per aver sversato acqua e fanghi dell’autolavaggio nella falda acquifera.

Nonostante questo, la commessa è stata dirottata a Monopoli e Brindisi ha perso l’ennesima occasione. Il fatturato dell’azienda di Scapecchi è crollato perché si è passati da 2.500 a meno di mille lavaggi all’anno.

Ma l’aspetto più grave è che nessuno – anche tra i rappresentanti istituzionali – ha mosso un dito ,per salvaguardare le imprese locali. Non è un problema di tutela di Scapecchi. Se, infatti, l’appalto fosse stato dato ad un’altra impresa brindisina nessuno avrebbe potuto obiettare. E invece le cisterne devono andare fino a Monopoli per il lavaggio, con la conseguente perdita di fatturato e di occupazione per Brindisi.

Possibile che non si riesca ad avere uno scatto di orgoglio in questo territorio?

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