Il TeatroDellePietre, dopo avere aperto la propria stagione teatrale 2017/18 con lo spettacolo “Storia di Scarpe (e altre migrazioni)” torna in scena a Villa Castelli. La compagnia teatrale brindisina ha debuttato con un nuovo lavoro che racconta la difficile odissea di tre migranti, puntando così i riflettori su un argomento purtroppo molto attuale.
La Soc. Coop. Sociale L’ALA di Villa Castelli, per la “SETTIMANA DI SENSIBILIZZAZIONE “I COLORI DELL’INTEGRAZIONE” ha voluto proprio questo spettacolo, inserendolo tra le varie iniziative. La settimana partirà il 24 settembre con la prima giornata dedicata interamente ai bambini, con la NOTTE BIANCA DEI BAMBINI: un momento di gioco dal retroscena interculturale con diversi giochi di vari Paesi del mondo e continuerà con diverse iniziative; si concluderà il 30 settembre, giorno dedicato ai giovani che desiderano fare della solidarietà e del volontariato un atto concreto di servizio ed accoglienza. Per maggiori info: 3339211945.
Lunedì 25 settembre sarà la volta del Teatrodellepietre che andrà in scena con “Storie di scarpe (ed altre migrazioni)”: Giampiera Dimonte, Marcantonio Gallo e Davide Scalera daranno voce e “parola” a questo reading/spettacolo che proverà a raccontare le paure, i dubbi e le fatiche ma anche le speranze di tre persone che intraprendono il viaggio. Alla luce dei continui flussi migratori e dei blocchi che le varie nazioni provano ad attuare per fermarli, le rotte da seguire per chi vuole arrivare in Europa si sono fatte più contorte e difficili, modificate ormai in maniera sostanziale. Gli ultimi dati fanno paura: l’Italia ha visto triplicare il numero degli arrivi. La rotta più battuta per chi si accinge ad entrare nel nostro Paese comporta ormai spostamenti via terra e via mare, e l’attraversamento di confini non facili da superare.
“Difficile dare forma di spettacolo ad un argomento così spinoso e, se vogliamo, “politico” dice Cito. “Ci siamo soffermati non tanto sulle motivazioni di questa tragedia epocale che sono sotto gli occhi di tutti e che riguarda circa 65 milioni di persone in fuga dalle guerre, dalla miseria e dai disastri ambientali. Abbiamo provato a focalizzare i dubbi, le paure e il coraggio di chi si accinge a lasciare il proprio Paese in cerca di un futuro possibile”.
“Attraverso le parole dei tre protagonisti abbiamo semplicemente cercato di raccontare i “muri materiali “- montagne, deserti, mare, confini – ma anche i “muri sociali” che i migranti sono costretti a superare per provare a ricostruire le proprie esistenze lontano dal dolore” aggiunge Gallo..
Dietro le parole, semplici, dei protagonisti, si intuiscono le loro storie e il tragico vissuto; dietro i volti ci sono i sentimenti celati, l’emarginazione di persone normali che improvvisamente si ritrovano catapultati in un mondo sconosciuto, cercando il loro personale motore per sopravvivere.
“Ci siamo fatti coinvolgere in prima persona da una narrazione che prova a raccontare una sorta di odissea, un viaggio che però non comincia dal mare ma molto prima, parte da dentro e dalla terra da attraversare, dal deserto, dai mezzi che i trafficanti d uomini utilizzano per “contrabbandare” persone in cerca di un futuro possibile” dice una nota di regia.
“Siamo tutti stranieri dentro le esistenze degli altri. Sconosciuti che si cercano dentro un pianeta senza più nome. Siamo anime nomadi in cerca di vita, e siamo disposti ad andarcela a cercare altrove. Non importa più da dove arriviamo, siamo persone in movimento. Siamo senza dimora fissa. Rubiamo tempo al tempo, spostandoci da una città all altra in cerca di futuro. Siamo come onde orfane di mare, sotto un cielo di stelle ma che non brillano per noi. Senza certezze ne’ riposo, però inseguiamo le comete di nuovi cieli. Scie luminose di universi lontani che ci sapranno accogliere.
Storia di Scarpe (e altre migrazioni)
drammaturgia & regia
Marcantonio Gallo e Fabrizio Cito
in scena
Giampiera Dimonte
Marcantonio Gallo
Davide Scalera
foto
Danilo Fornaro
Ingresso libero