Il Movimento No TAP organizza un sit-in venerdì 12 aprile a partire dalle 8.30 di fronte a Palazzo Nervegna in concomitanza del convegno sulla “Transizione energetica”, per contrastare l’dea che la transizione al carbone si realizza facendo arrivare il gas di TAP, SNAM e Poseidon a Brindisi.
La transizione oggi è possibile senza aumentare la quantità di gas che importiamo. Questo convegno fatto a Brindisi nasconde il tentativo di trasferire anche gli approdi dei nuovi gasdotti a Brindisi.
Il Movimento No TAP ribadisce la posizione “nè qui, nè altrove”, perchè questo “affare gasdotti” è solo frutto della speculazione economica, che viola i diritti della popolazione, il diritto al paesaggio ed il diritto al clima.
Ecco i danni e i rischi del nuovo gasdotto TAP/SNAM: le grosse acacie dealbata già distrutte a Brindisi, a rischio ai Caretti le 25 querce da sughero più meridionali dell’Adriatico, gli ulivi di 800 anni di Cerrate, la Via Francigena Leucadense di Provenzano.
SNAM ha iniziato a gennaio i lavori di ampliamento della Centrale Interconnessione TAP/SNAM di Contrada Matagiola tra Brindisi e Mesagne e del gasdotto TAP/SNAM, un “tubicino” da 56 pollici, cioè grande 1,40 metri, lungo 55 KM da Brindisi a Melendugno, che squarcerà il Salento in due. Fine lavori dichiarato per il 12 luglio 2021. Sono iniziati anche i lavori preparatori della pista larga 32 metri, ridotti a 24 metri negli uliveti, con recinzione con rete di plastica o metallica nelle zone con vincolo paesaggistico, alta 1,60 metri, che taglia in due i carciofeti, le vigne, gli uliveti, rendendo difficili tutti i lavori di coltivazione dei fondi per i contadini.
La pista è recintata solo a macchia di leopardo, perché tanti proprietari non hanno sottoscritto la servitù di passaggio o il comodato con SNAM, per l’irrisorietà delle somme proposte o per contrarietà all’opera. Dovranno ancora essere emessi tutti gli atti di esproprio forzato su tali proprietà.
A Brindisi, la pista recintata parte dagli uliveti biologici dell’azienda De Marco, Qui il gasdotto attraversa la strada Brindisi – San Donaci ed è stato già realizzato al km 54.800 il deposito per gli ulivi da espiantare, grande 6000 metri quadri. Ma sono state distrutte 12 grosse acacie dealbata, parente delle comuni mimose: secondo la prescrizione A11 della Valutazione d’Impatto ambientale, “tutte le aree di messa a dimora e conservazione temporanee degli ulivi espiantati durante le attività di cantiere dovranno essere collocate in aree utilizzate a seminativi, limitrofe alla pista di lavoro”: perchè allora sono state distrutte le 12 grosse acacie e fatte sparire in fretta, senza lasciare neanche la traccia di una foglia al km 54.800? Il deposito non doveva essere fatto in aree seminativi per non interferire con paesaggio e alberi?
Proseguendo, la pista recintata fiancheggia Tuturano, passa a 20 metri dal cimitero, per arrivare alla stazione di Tuturano. Da li la recinzione è continua fino alla superstrada Brindisi-Lecce, uscita Torchiarolo. Passa lungo le mura del sito archeologico di Valesio e attraversa il canale Infocaciucci, altamente protetto per la biodiversità, che ai tempi di Valesio era un fiume navigabile: dal progetto non si capisce come avverrà tale passaggio, visto che non si può scavare un microtunnel sotto un fiume… SNAM assicura che gli argini saranno ricostruiti…
Più avanti, a circa 100 metri dal Santuario della Madonna di Galeano, con annesso centro sportivo, è stato recintato il secondo deposito per gli ulivi, che da progetto doveva essere il più grosso di tutto il percorso: sei ettari, per raccogliere temporaneamente un migliaio di ulivi da espiantare tra Tuturano e la piana carsica all’altezza della città di Lecce : ma sono stati recintati poco meno di un ettaro! La nostra paura è che questo ridimensionamento derivi dalla certezza di SNAM che la maggior parte degli ulivi sarà da distruggere, secondo le ultime norme regionali, perché infetti da Xylella…
Il Movimento No TAP della Provincia di Brindisi aveva denunciato il rischio che quanto stabilito nella prescrizione A11 della Valutazione di Impatto Ambientale, cioè che gli espianti e reimpianti saranno effettuati “secondo la normativa regionale”, darà la facoltà a SNAM, secondo il DGR 1890, di distruggere gli ulivi della zona infetta “anche solo con l’esame visivo di un funzionario”, previo consenso del proprietario, cioè di SNAM, in virtù del diritto reale di possesso sui terreni della pista.
SNAM ha risposto in una nota pubblicata dal Quotidiano di Brindisi il 26 febbraio che “saranno effettuati test di laboratorio su tutti gli ulivi presenti sul tracciato”. Rispondiamo che anche per i 187 ulivi eradicati sui 463 ulivi presenti sul tracciato del gasdotto TAP a Melendugno, TAP ha dichiarato che erano state fatte le analisi molecolari, ma queste non sono mai state prodotte, malgrado l’accesso agli atti richiesto dal Movimento No TAP.
Sulla strada Squinzano-Casalabate, SP 96, all’altezza dell’attraversamento del gasdotto SNAM in Contrada Caretti, abbiamo scoperto 25 alberi di Quercus Suber, querce da sughero, segnalate anche nello studio di impatto ambientale effettuato da SNAM. Per la salvaguardia della quercia di sughero autoctona furono istituiti nel 2002 i Boschi regionali di S.Teresa, Preti e Lucci a Brindisi, perchè lì erano presenti le sughere più a sud di tutto l’Adriatico. E questi scoperti a Squinzano sono gli unici esemplari conosciuti al di fuori di tali aree di conservazione. Ricordiamo a SNAM che non esistono protocolli o esperienze precedenti di espianto-reimpianti di tali alberi e che la VIA prevede l’espianto solo di 14 di queste: e le altre?
Poi, all’altezza di Santa Maria di Cerrate, unico luogo FAI della Puglia, il gasdotto attraversa antichi ulivi monumentali giganti, probabilmente risalenti proprio al 1200, epoca di costruzione dell’abbazia, visto che i frati producevano olio, come mostrano antiche attrezzature da frantoio visibili all’interno del complesso abbaziale.
Più avanti il gasdotto fiancheggia la riserva naturale del Rauccio che corrisponde al percorso della Via Francigena Leucadense, dove sarà distrutta in più punti l’antica pavimentatura e molti tratti dei muretti a secco secolari. Ricordiamo che la Regione Puglia pochi giorni fa ha deciso di proteggere e valorizzare tutta la Via Francigena Traiana-Calabra… Poi il gasdotto attraversa con microtunnel il SIC (Sito di Interessa Comunitario) della riserva di Specchie dall’Alto, e, attraversando uliveti secolari, arriva al PRT di Masseria del Capitano, a Melendugno.
Tutto ciò mentre SNAM promette di “ridurre del 25% le proprie emissioni di metano al 2025″ (fonte ilSole24ore) e in tutto il mondo si sciopera per il clima contro i fossili come il metano, mentre il Presidente Mattarella s’impegna per il clima, mentre il Governo parla di raddoppio del gasdotto TAP da 10 a 20 miliardi di metri cubi annui (e chi ne dubitava, se è stato costruito per 20 miliardi?), mentre l’Italia rimanda a dopo le elezioni europee l’accordo intergovernativo per il nuovo gasdotto Poseidon in arrivo da Cipro e Israele, che si interconnetterà da Otranto alla rete SNAM a Brindisi, interferendo altri 10 mila ulivi, mentre Regione e Governo preparano la legge Centinaio per eradicare completamente tutti gli ulivi salentini infetti, relegando alcuni alberi sopravvissuti in parchi di “archeoulivi”, per mostrare ai nostri figli e ai turisti come era bello il nostro Salento…
Siamo molto preoccupati, e siamo contrari a un opera inutile, perchè quel gas non serve all’Italia ne a diversificarci dal gas russo, visto che Grecia e Russia hanno già anticipato che ci sarà dentro gas russo. Opera costosa, perchè il gasdotto SNAM da Melendugno a Bologna sarà pagato da SNAM, cioè anche dalle nostre bollette. Opera imposta, perchè il Salento verrà squarciato da questi gasdotti senza l’approvazione della popolazione, perchè distrugge il paesaggio tipico del Salento, la nostra storia, i nostri ulivi, i muretti a secco, le nostre più belle spiagge Bandiera Blu, ed è realizzato solo per il profitto di multinazionali private, senza nessun vantaggio occupazionale, ambientale e sociale per la popolazione e per Brindisi. Inoltre, i combustibili fossili, come il petrolio, il carbone e il metano stanno distruggendo il nostro pianeta causando i cambiamenti climatici.
No fossili, Si alle Rinnovabili, Si a Turismo e Agricoltura.
Movimento No TAP della Provincia di Brindisi