Ecco la versione fornita dal sen. Pietro Iurlaro:
A seguito dell’opera di reperimento di informazioni da parte di alcune testate, che hanno già contattato i miei familiari per ricevere chiarimenti in merito ad un episodio che ha visto, nella mattinata di oggi, mio figlio Giovanni vittima di un assurdo ferimento su pubblica via, e al fine di garantire a tutte le testate una esatta lettura della vicenda, mi ritrovo, mio malgrado, ad esplicare i fatti secondo la loro corretta dinamica.
I fatti, appunto, nella tarda mattinata quando, intorno alle 12, mio figlio, per motivi lavorativi, percorreva una strada provinciale ionica in agro di Sava in compagnia di un collaboratore per poi essere affiancato da una vettura sconosciuta che, dopo aver cercato di buttare fuori strada il mezzo su cui era a bordo Giovanni, costringeva lo stesso a fermarsi. Alla richiesta di chiarimenti, il conducente del mezzo estraeva una pistola ed esplodeva alcuni colpi all’indirizzo di mio figlio, raggiunto da due proiettili all’altezza dell’inguine. Quindi, mio figlio chiedeva aiuto e, insieme al collaboratore, si rimetteva in marcia allertando, contestualmente, i carabinieri che, dopo, accompagnavano il ragazzo presso l’ospedale Giannuzzi di Manduria. I due proiettili, probabilmente calibro 22, sono entrati ed usciti dal corpo, non ledendo organi vitali e rassicurandoci sulle condizioni di Giovanni che, dopo una notte in ospedale, tornerà a casa già domani mattina. E di questo, oltre che il cielo, ringrazio la professionalità di medici e infermieri del nosocomio. I carabinieri, che non finirò mai di ringraziare per tempestività e prontezza, hanno identificato, fermato ed arrestato il presunto autore del gesto, assolutamente inspiegabile. Dalla dinamica ricostruita sulla base delle testimonianze di mio figlio e del suo collaboratore, testimone oculare dei fatti, e dalle risultanze investigative dei militari sembrerebbe che i motivi siano quanto più futili possibili e risalenti a qualche giorno prima. Quando, all’interno di una stazione di servizio, l’autore del gesto, intento a giocare con una slot machine, sarebbe stato infastidito dal vociare di mio figlio, all’interno dell’area in compagnia di un altro collaboratore, anche lui estraneo alla vicenda. Da qui, sempre secondo la ricostruzione, il sentimento di “vendetta”, evidentemente inspiegabile e ingiustificata. L’autore del gesto, arrestato dai carabinieri, avrebbe confermato i futili motivi per poi, già nel pomeriggio, essere condotto nel carcere di Taranto a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Per garantire la giusta lettura della vicenda, ho trovato corretto informare gli organi di informazione e, allo stesso tempo, circoscrivere i fatti nella loro giusta dimensione, assolutamente estranea tanto alla sfera famigliare quanto a quella professionale. Vale per il sottoscritto e vale, anche, per mio figlio Giovanni, vittima di violenza inaudita e ingiustificata.