Nessuno mette in dubbio la possibilità, per il commissario prefettizio, di assumere decisioni importanti, in grado di condizionare la vita della città anche per un periodo successivo alla conclusione del suo mandato. Ma quando è troppo è troppo. In data 22 giugno, infatti, il commissario Giuffrè ha firmato una delibera con cui si mette fine al contenzioso con l’Autorità Portuale in riferimento alla realizzazione del “muro della vergogna” in via del Mare.
Come è noto, la precedente Amministrazione aveva dato corso ad una ordinanza di demolizione del “muro” e da lì era sorto un contenzioso giudiziario ancora in corso. Il Comune non chiedeva altro che il rispetto delle intese raggiunte dall’Amministrazione Consales, che prevedevano la realizzazione di una recinzione in cristallo. Il “vuoto” determinato dalla brusca conclusione di quella esperienza amministrativa aveva indotto l’ente portuale a fare di testa propria, realizzando quello scempio in cor-ten (metallo che assume la colorazione della ruggine) che è ancora sotto gli occhi di tutti.
Adesso, invece, il commissario prefettizio del Comune ha pensato bene di addivenire ad una intesa che prevede l’annullamento dei giudizi in corso. In cambio, l’Autorità Portuale realizzerà otto blocchi da cinque metri cadauno di prospetto in policarbonato (cioè materiale plastico che si opacizzerà alla velocità della luce). Ciò significa che il mare sarà visibile solo per quaranta metri e cioè un decimo dei 400 metri di estensione di via del Mare. La cosa che sconcerta di più è che il Comune si è completamente rimangiato le proprie posizioni, svendendo un tratto bellissimo della città ad un ente portuale che non intende tenere in alcuna considerazione le esigenze dei brindisini. Si parla di costi (l’Autorità Portuale si giustifica così). Bene, adesso andremo a fare i conti in tasca a questo ente, a partire dai costi per il personale, ma soprattutto a quelli per la progettazione di interventi mai realizzati.