“Mi trovo obbligato a rispondere a alcuni interventi che ho letto nelle ultime ore in merito alle retribuzioni corrisposte ai dirigenti comunali del nostro Comune, fatte passare ad arte per ingiuste, spropositate o perfino illegittime” ha premesso il sindaco di Francavilla Fontana, Maurizio Bruno. “In merito ad accuse e insinuazioni simili a quelle sollevate in queste ore anche da alcuni esponenti politici locali, si è espressa esattamente una settimana fa anche la magistratura penale (procedimento n. 10460, RGNR n.3556/2014) che ha deciso di archiviare, senza nemmeno arrivare a processo, un procedimento penale a carico di alcuni dirigenti ed ex dirigenti di questo Comune. Ciò nonostante si continua ad agitare lo strumento sempre buono per tutte le stagioni delle retribuzioni di chi lavora negli enti pubblici per fare presa sulla pancia dell’elettorato. Le retribuzioni dei dirigenti sono in linea con le competenze, le conoscenze e soprattutto le responsabilità che gli incarichi apicali comportano. Vale per il privato e deve valere necessariamente per il pubblico. E, cosa che spesso sfugge, sono costantemente regolate dalla legge e tenute sotto lo stretto controllo delle autorità competenti. Quella giudiziaria inclusa” ha precisato il sindaco.
Ed entrando nel merito ha detto: “Va intanto chiarito che la retribuzione dei dirigenti comunali di Francavilla Fontana, come avviene in qualunque altro Comune italiano, è corrisposta – ed è avvilente dover precisare l’ovvio – sulla base del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dirigenti degli Enti Locali. Tale retribuzione è costituita da 3 distinte voci: una retribuzione di base, un’indennità di posizione – correlata al peso delle funzioni svolte – e una indennità di risultato, che viene corrisposta in base al raggiungimento degli obiettivi fissati annualmente” ha chiarito inoltrandosi poi nello specifico di tutte le voci.
“Posto che almeno la prima componente (la retribuzione di base) non sembra essere stata messa in discussione, va precisato riguardo alle altre due che non vi è stato alcun aumento arbitrario, ingiustificato, o perfino – come sembra alludere qualcuno – illegittimo. Tutt’altro, proprio allo scopo di scongiurare “equivoci” che negli anni passati hanno portato perfino la magistratura a interessarsi alla questione delle retribuzioni dirigenziali di Francavilla Fontana, l’Amministrazione Bruno ha quest’anno deciso di regolamentare la quantificazione e distribuzione delle somme spettanti di diritto ai dirigenti, con un apposito regolamento. Ad esempio abbiamo introdotto la valutazione delle performance individuali. Cosa vuole dire? Che prima i dipendenti venivano valutati per settore, ragion per cui il dipendente “bravo” era giudicato al pari del collega d’ufficio, magari meno produttivo di lui. Oggi invece ognuno è valutato per quello che fa. O che non fa. Entrando nel merito delle indennità di posizione e di risultato, ricordo che tali somme non sono oggetto di una ruberia perpetrata ai danni dei cittadini, dei bambini o degli anziani, ma sono somme corrisposte ai dirigenti sulla base di un fondo che viene costituito obbligatoriamente, per legge, in ogni Comune. Ripeto: questo fondo veniva e va creato sempre e comunque, e la sua entità è stabilita dalla legge, e i soldi che stanno in quel fondo devono obbligatoriamente (ripeto, obbligatoriamente) essere utilizzati per pagare esclusivamente le indennità ai dirigenti. Non sono soldi tolti ai servizi sociali o che, se non utilizzati, possono andare ai servizi sociali. Né possono essere negati ai dirigenti con alcuna motivazione. E se per qualche motivo si creano delle giacenze? Se per qualche ragione alcune somme “avanzano”? Ebbene, è successo recentemente. E i nostri dirigenti, pur potendo esigere per legge quelle somme “in più”, vi hanno rinunciato per oltre la metà. E hanno accettato per il futuro la nostra proposta di mettere un tetto alle indennità di risultato, che prima nemmeno esisteva. Ma come si decide quanto deve percepire un dirigente per la sua posizione? Nel dettaglio l’ammontare dell’indennità di posizione di un dirigente viene corrisposta sulla base di requisiti squisitamente oggettivi, essendo legata tale indennità esclusivamente ai contenuti delle funzioni dallo stesso svolte: a prescindere, insomma, dai suoi meriti, dall’impegno e dalla professionalità. Se un dirigente, a titolo di esempio, si occupa solo di anagrafe, verrà pagato “uno” perché impegnato in una sola funzione, peraltro di relativa responsabilità. Se un altro dirigente, al contrario, è chiamato a ricoprire più funzioni, magari di maggior responsabilità quale può essere il settore dei lavori pubblici, guadagnerà più del suo collega. Ma sempre in base al numero e al peso delle competenze a lui affidate. Perché quindi sarebbe “aumentata”, rispetto al passato, l’indennità di posizione di alcuni dirigenti? Semplicemente perché sono state loro affidate nel corso dell’anno funzioni aggiuntive di cui prima non si occupavano. Non solo, alcuni dirigenti, in particolare il dott. Gianluca Budano e il dott. Gabriele Falco, poiché impiegati con contratto part-time, percepiranno solo il 50 percento di quanto riportato. Somma lorda cui applicare – come a tutti del resto – una ritenuta del 45 percento per oneri fiscali e previdenziali. Passando ora alla terza e ultima voce, l’indennità di risultato (che peraltro rappresenta solo meno di un terzo di tutto il fondo), si precisa che – come è naturale che sia – anch’essa sottostà a quanto stabilito da leggi e contratto nazionale, e viene corrisposta solo se determinati obbiettivi, fissati a inizio anno, sono stati raggiunti oppure no. Tali obbiettivi vengono proposti da ogni singolo dirigente, di concerto con l’assessore di riferimento, al Nucleo di Valutazione. Il quale, a sua volta, decide se validarli o meno. Una volta fissati, gli obiettivi vengono costantemente monitorati, fino alla valutazione definitiva, in base alla quale è corrisposta a ciascun dirigente l’indennità di risultato. Il margine di discrezionalità è quindi ridotto al minimo, dato che gli obbiettivi e il loro eventuale raggiungimento sono documenti pubblici, atti ai quali chiunque può accedere, e che: o sono stati raggiunti, o non sono stati raggiunti. E se sono stati raggiunti, devono essere riconosciuti e di conseguenza pagati”.