Il 25 aprile a Brindisi la Pedalata antifascista

Anche quest’anno, a Brindisi, come accade da tanti anni, Fiab e Anpi organizzano una pedalata in occasione del 25 Aprile. L’appuntamento è alle 9:00 ai piedi delle Colonne Romane, l’arrivo alle 11:00 in Piazza Sottile de Falco, per partecipare alla cerimonia dell’Anpi. Nel nostro percorso di circa dieci chilometri, toccheremo le strade dedicate agli eroi della resistenza, morti per costruire un futuro diverso per l’Italia e per l’Europa, senza più guerre e più giusto per tutte e per tutti. Lasceremo un fiore rosso in queste strade, ricorderemo il ruolo che hanno avuto Antonio Gigante, i Martiri delle Fosse Ardeatine, i Fratelli Cervi, Bruno Buozzi, Giacomo Matteotti. L’abbiamo chiamata pedalata antifascista, perché è una pedalata nel ricordo della liberazione dal nazi-fascismo, nell’anno dell’ottantesimo anniversario, e delle staffette partigiane. Oggi riabilitate nella storia, per lunghi anni non è stato riconosciuto il ruolo fondamentale che esse hanno avuto nella resistenza. Hanno pedalato nel freddo e per sterrate, per chilometri e chilometri, hanno affrontato posti di blocco, hanno consapevolmente rischiato continuamente la vita. La spinta era data dal desiderio di una vita liberata dal nazi-fascismo e anche dalle forme di discriminazione sociale e culturale, ingabbiate com’erano in ruoli privati di figlie, mogli, madri. Alla fine della guerra tutto è rientrato, esse stesse hanno chiuso in un cassetto le loro storie e hanno minimizzato il loro ruolo, pensando che non avessero fatto un granché. Lo Stato ha fatto la sua parte, non riconoscendo alle staffette che non avevano imbracciato il fucile, il diritto alla pensione. Decisione a dir poco ridicola, soprattutto fortemente discriminatoria. Noi, invece, imbracceremo la bandiera della pace, oggi da invocare a gran voce, noi che abbiamo il dovere di cogliere il testimone, per resistere a tutte le guerre, per difendere i diritti di tutte e di tutti, combattere le prevaricazioni e il razzismo, la cultura del patriarcato e la violenza di genere. Non tradiamo la loro memoria, e la bicicletta, umile simbolo di libertà, diventi uno strumento per veicolare il nostro riconoscimento per queste vite e rendere migliore la nostra.

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