GUAI IN VISTA PER IL PORTO DI BRINDISI – OPERE “DIFFORMI” PER LA SECURITY. E ADESSO CHI NE RISPONDE?

La bocciatura per il porto di Brindisi questa volta arriva dal Provveditorato interregionale per le opere pubbliche competente anche per la Puglia. In relazione ai lavori di completamento delle infrastrutture di security dello scalo brindisino, lo stesso Provveditorato ha adottato la determinazione di conclusione “negativa” della conferenza di servizi.

Questa decisione, a dire il vero, sembra incredibilmente collegata al lavoro svolto dalla Procura della Repubblica di Brindisi, attraverso il pubblico ministero Raffaele Casto e riguardante proprio alcuni aspetti delle infrastrutture della security. E non è detto che il nuovo materiale non finisca proprio sulla stessa scrivania.

Del resto, lo scorso 6 agosto la sezione Urbanistica del Comune di Brindisi, a seguito di una sostanziale chiamata in causa da parte della Procura della Repubblica (febbraio 2018) comunicava al Provveditorato delle opere pubbliche di Bari, al Presidente dcella Regione Puglia e, per conoscenza, proprio alla Procura, che le opere relative alla security portuale (con particolare riferimento all’adeguamento tecnico funzionale della viabilità Sisri – progetto preliminare per il collegamento al terminal di Costa Morena Sant’Apollinare) erano state realizzate senza il preventivo accertamento di conformità previsto dal DPR 383/94, articoli 2 e 3.

La riapertura della conferenza di servizi ha determinato il coinvolgimento della Sovrintendenza archeologica di Brindisi, Lecce e Taranto, pur essendo le operere in questione già state realizzate.

Il 22 ottobre, poi, il settore urbanistica del Comune di Brindisi ha elencato al Provveditorato delle opere pubbliche le opere realizzate in difformità. Ma siccome tali opere sono state anche collaudate, lo stesso settore urbanistica dell’ente locale non è in grado di assumere alcuna determinazione.

E la batosta arriva anche dalla Regione Puglia, che il 19 ottobre risponde al Provveditorato, ribadendo il concetto che tali opere sono difformi a  quanto previsto dal Piano regolatore portuale e che non possono essere sanate, viste anche le precisazioni del Comune di Brindisi.

Da qui il decreto del Provveditorato delle opere pubbliche che determina la conclusione negativa della conferenza di servizi. Il tutto, viene notificato al Comune di Brindisi il 29 ottobre e protocollato il giorno successivo, ma incredibilmente la pubblicazione sull’albo pretorio comunale avviene un giorno prima del protocollo.

E comunque, il fatto più grave è un altro: stabilita la difformità di tali opere (già completate, saldate all’impresa che le ha realizzate e sinanche collaudate), adesso chi paga? Che cosa succederà? Trattandosi di un ente pubblico, la risposta non è per nulla scontata, ma sappiamo per certo che se si fosse trattato di un privato cittadino certamente tali opere sarebbero state demolite, con tanto di denuncia a carico dello stesso proprietario.

 

 

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