GSE: SECONDA ASTA DESERTA, LA PREOCCUPAZIONE DEL SINDACATO COBAS

Il Sindacato Cobas è fortemente preoccupato dalla assenza di candidature al tribunale di Brindisi alla seconda asta pubblica, tenutasi ieri, relativa all’acquisto della GSE, azienda in procedura fallimentare.
“La curatela fallimentare – commenta Bobo Aprile – ha immediatamente convocato le organizzazioni sindacali a una riunione per giovedì 26 ottobre alle 12 con il seguente ordine del giorno “Comunicazioni riguardanti l’esito della seconda gara ad asta pubblica e determinazioni da assumere ai fini della prosecuzione della procedura”.
Il tribunale ha intanto positivamente prorogato l’esercizio provvisorio della azienda fino al 31.12.2017 – spiega il sindacalista -. Il Cobas dichiara lo stato di agitazione dei lavoratori della Gse e lancia un appello ai lavoratori di tutto il settore aeronautico , a tutti i cittadini , alle altre organizzazioni sindacali , ai parlamentari nazionali e regionali, alla Provincia, ai sindaci e consigli comunali della Provincia di Brindisi , di organizzare una manifestazione a Roma sotto la sede del Ministero dello sviluppo economico per la grave crisi occupazionale del settore aeronautico nella nostra provincia”.
Manifestazione a Roma realizzata con previa comunicazione di richiesta di incontro al Ministero, che chiediamo venga sostenuta anche dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
“La manifestazione del Cobas davanti al teatro Verdi, la settimana scorsa, durante lo svolgimento del convegno di Confindustria alla presenza del Ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, aveva lo scopo di denunciare anche la grave crisi occupazionale del settore aeronautico. Se qualcuno pensa di poter risolvere ognuno nella propria fabbrica la crisi occupazionale che la attanaglia – dice Aprile – sbaglia di grosso. Quello che sta accadendo con Tecnomessapia e altre aziende è sotto gli occhi di tutti e dovrebbe convincere tutti che è necessario fare fronte unico e alzare la voce per difendere i nostri diritti”.
“Bisogna lottare – aggiunge – per far invertire la rotta a decisioni nazionali prese da alcune aziende, tra cui assume particolare rilevanza quella di Leonardo; azienda di Stato che penalizza fortemente il nostro territorio a favore di altri, forse rappresentati politicamente in modo più pesante.
Dall’altra parte – conclude – anche la possibilità di realizzare riconversioni produttive , così come ci vengono suggeriti dalla Regione Puglia , hanno bisogno di una forte regia nazionale e regionale.
Le soluzioni per essere trovate hanno bisogno di tempo proprio quello che ci comincia a mancare sotto i piedi”.

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