GRUPPO DEMA: LE SEGRETERIE TERRITORIALI SINDACALI DI BRINDISI SCRIVONO ALLA REGIONE
Di seguito la nota ufficiale
SEGRETERIE TERRITORIALI BRINDISI
Brindisi, 12 maggio 2020
Alla c.a.
Presidente Regione Puglia
Dott. Michele Emiliano
segreteria.presidente@regione.puglia.it
Presidente Task Force Regione Puglia
Dott. Leo Caroli
presidentecomitatosepac@regione.puglia.it
s.delmastro@regione.puglia.it
Assessore Formazione e Lavoro Regione Puglia
Dott. Sebastiano Leo
sebastiano.leo@regione.puglia.it
Sindaco di Brindisi
Ing. Riccardo Rossi
segreteriasindaco@comune.brindisi.it
Parlamentari territorio di Brindisi
CONFINDUSTRIA Brindisi
segreteria@confindustriabrindisi.it
OGGETTO: GRUPPO DEMA
Spettabili,
le scriventi Segreterie Territoriali FIM CISL, FIOM CGIL, UILM UIL necessitano di sottoporre alla
Vostra attenzione la difficile e delicata questione relativa all’azienda DEMA.
Il gruppo DEMA opera nell’ambito delle costruzioni aeronautiche da lungo tempo ed è presente nel
territorio italiano con 3 siti: Somma Vesuviana (circa 350 dipendenti), Benevento (circa 150
dipendenti) Brindisi (circa 215 dipendenti).
Nel corso dell’anno 2017 un Fondo di investimento è subentrato investendo oltre 100 milioni di
euro nell’attività con l’obiettivo di salvare l’azienda riportando in equilibrio la parte finanziaria e
ristabilire una capacità industriale che potesse garantire prospettiva all’intero gruppo.
Nell’autunno scorso, su richiesta delle Organizzazioni Sindacali preoccupate per il permanere della
situazione critica, è avvenuto un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico nel corso
del quale l’Amministratore Delegato non ha nascosto le criticità dell’azienda derivate
principalmente dal peso dei debiti accumulati (verso il socio, l’erario, i fornitori, l’INPS),
dall’arretramento tecnologico e dall’organizzazione del lavoro che necessitava di importanti ed
urgenti interventi di riorganizzazione di processo.
Nel corso dello stesso incontro l’Amministratore Delegato ci comunicava la scelta del Fondo di non
abbandonare ma di rilanciare per recuperare la capacità industriale e la sostenibilità economico
finanziaria dell’azienda attraverso nuovi e consistenti investimenti per oltre 30 milioni di euro,
accompagnati da un processo stragiudiziale ex art 182bis e ter per la ristrutturazione del debito
che avrebbe visto il socio rinunciare a circa 50 mln€ di crediti.
Come organizzazioni sindacali abbiamo preso atto positivamente che la proprietà del Gruppo
Dema non intendesse chiudere l’azienda pur nella consapevolezza della delicatezza della
situazione.
Negli incontri di aggiornamento periodici come organizzazioni sindacali abbiamo appreso la
sussistenza di un problema che, qualora non superato, determinerebbe la tragica fine di una
ulteriore azienda italiana con occupazione esclusivamente nel già martoriato meridione del nostro
paese, con la perdita di oltre 700 posti di lavoro e di attività importanti legate alle costruzioni
aeronautiche che finirebbero in buona parte all’estero generando di riflesso un’ulteriore
depauperamento dell’economia del nostro paese.
Il peso della situazione debitoria, non finanziabile dalla generazione di cassa, che il piano 2019
prevedeva nell’orizzonte 2020-2024, rappresentava già lo scorso anno uno dei principali motivi di
preoccupazione e le conseguenze dell’emergenza sanitaria ne ha indotti di ulteriori, con la caduta
del mercato dell’aviazione civile destinata a durare nel medio termine, che aggraveranno di molto
questa evenienza, rischiando di non lasciare alcuna speranza di successo senza una significativa
rinegoziazione dello stesso.
Ci è stato reso noto che nel processo di negoziazione del debito i maggiori creditori avrebbero
accettato la ridefinizione o l’azzeramento del credito dimostrando, con queste scelte, la credibilità
del piano industriale presentato loro in precedenza ad eccezione dell’Istituto di Previdenza
Nazionale al quale è stata proposta la restituzione integrale del credito con una diluizione nel
tempo superiore ai 5 anni.
La restituzione del debito in un periodo inferiore o pari ai 5 anni, soprattutto dopo l’aggravamento
derivato dalla situazione emergenziale sopravvenuta dal mese di febbraio, farebbe gravare sui costi
aziendali un peso tale da impedirne la sussistenza in vita, rendendo vano ogni tentativo di
sostenere l’impresa e garantire l’occupazione.
Queste azioni nei confronti dell’azienda rischiano di erodere drammaticamente i già esigui margini
di manovra, facendo precipitare la situazione nel corso dei prossimi giorni. Il fallimento dell’azienda
porterebbe con sè conseguenze pesanti:
1. Verrebbero licenziati oltre 700 lavoratori in aree già pesantemente colpite dalla
deindustrializzazione
2. L’Istituto comunque non potrebbe incassare la totalità del credito
3. L’Istituto non riceverebbe più i contributi correnti dei 700 lavoratori licenziati
4. L’Istituto si dovrebbe far carico dei costi legati agli ammortizzatori sociali conseguenti
5. I territori dove insistono le sedi del gruppo sarebbero sottoposte a tensioni sociali e di ordine
pubblico per le comprensibili conseguenti proteste dei lavoratori
6. Il paese perderebbe in modo irreversibile attività industriale di alto livello
Nel calcolo tra costi e benefici già questo dovrebbe essere sufficiente a far assumere alti livelli di
consapevolezza e prudenza nelle decisioni ed a rendere assolutamente incomprensibili azioni che
portassero alla chiusura dell’azienda e il conseguente licenziamento dei lavoratori.
Vista la brevità dei tempi disponibili che si concludono il 27 maggio prossimo con la presentazione
dell’istanza stragiudiziale ex artt. 182 bis e ter presso il Tribunale di Nola, ma che ben prima
devono vedere l’azienda poter costruire un nuovo piano industriale con le certezze sulla
ristrutturazione del debito, come Organizzazioni Sindacali riteniamo necessario chiedere il Vostro
autorevole contributo affinché si creino le condizioni per superare questa difficile situazione che
riguarda i lavoratori DEMA, le loro famiglie e regioni già pesantemente colpite dalla
deindustrializzazione come la Campania e la Puglia, non consentendo un ulteriore scempio
industriale che impoverirebbe persone, territori e l’intero paese.
Pertanto alla luce di quanto sopra si rende necessaria una convocazione urgente presso il Ministero
dello Sviluppo Economico per evitare che l’azienda DEMA fallisca e i suoi oltre 700 lavoratrici e
lavoratori siano licenziati.
Certi di una Vostra attenzione e di un Vostro riscontro, con l’occasione porgiamo distinti saluti.
Le Segreterie Territoriali
Fim-Cisl Fiom-Cgil Uilm-Uil
M. Tamburrano A. Leo A. Zaurito