Ecco il documento degli Operatori Portuali Salentini:
OPS, nelle scorse settimane ha indicato il Dott. Nicola Zizzi per la posizione di Segretario Generale dell’Autorità Portuale di Sistema.
Questo nome scaturisce da una consultazione effettuata tra tutti i soci operatori portuali di Brindisi riscontrando unanime consenso.
Abbiamo creduto che fosse un diritto legittimo, da parte di un porto notevolmente penalizzato dalla riforma, esprimere il nominativo di un profondo conoscitore del porto di Brindisi e dei suoi problemi per la posizione di Segretario Generale.
Per questo, invece siamo stati accusati di adottare politiche di campanilismo.
Negli anni scorsi, quando in Europa si definivano i porti strategici, Brindisi ha subito passivamente una condizione di subordine rispetto agli altri 2 porti maggiori (Bari e Taranto) perdendo il suo status di porto strategico.
Una prima ipotesi del cosiddetto sistema ‘Puglia’ , da noi auspicato, che prevedeva un’unica autorità pugliese, è stata stravolta da pressioni ‘di protezione di territorio’ barese e tarantino (noi non le definiamo campanilistiche) alle quali il Ministero competente non si è sottratto creando 2 autorità portuali, Taranto e Bari ed un porto ‘accorpato’, quello di Brindisi, seppur esso non inferiore sia in termini di traffici che di volumi per le casse dell’Ente.
Ci auguriamo che il termine ‘accorpamento’ non coincida con il termine ‘sottomissione’ e su questo abbiamo massima fiducia nel presidente Patroni Griffi che sin dal primo momento ha dimostrato, con i fatti, molta sensibilità verso il porto di Brindisi per trovare soluzioni immediate alle emergenze da noi sottopostegli. Crediamo però che, legittimamente, egli dovrà ascoltare la parte politica prima di prendere la sua decisione finale.
Questo non toglie che il porto di Brindisi, inteso come tutti i suoi operatori riuniti in associazione e i suoi cittadini, abbia la legittima aspirazione che esso possa, almeno, esprimere il nome del Segretario Generale.
Se questa posizione continuerà ad essere considerata una posizione campanilistica, significherà che accetteremo questo appellativo qualora esso verrà inteso come aspirazione a resistere e continuare a sperare che il porto possa rimanere quello che è stato negli ultimi duemila anni: un porto strategico e capace di accogliere navi e traffici di qualunque genere.
Ci chiediamo a questo punto quale sia la posizione dei rappresentanti di tutte le parti politiche; se convergano su questa ipotesi o se la politica, intesa come rappresentanza di un territorio, abbia una visione differente da quella dell’intero cluster portuale di Brindisi.