Sono trascorsi più di due anni da quando i quaranta operai in servizio presso la discarica comunale e l’impianto di CDR sono rimasti senza lavoro. Il sequestro giudiziario disposto dalla Magistratura brindisina determinò la chiusura di entrambi gli impianti,con il conseguente licenziamento della forza-lavoro. A luglio del 2017 sono scaduti gli ultimi trattamenti legati alla disoccupazione e quindi giorno dopo giorno cresce la disperazione. La Procura della Repubblica ha detto a chiare lettere che è pronta a disporre il dissequestro, a fronte di un programma di bonifica e di riavvio degli stessi impianti. Ma la palla passa in maniera disinvolta dal Comune alla Regione, senza che nessuno si renda effettivamente conto di ciò che comporta il fatto di disporre di una discarica e di una piattaforma per il trattamento dei rifiuti senza poterle utilizzare. Un danno incredibile per il territorio ed una beffa per chi spera di poter prima o poi riottenere il proprio posto di lavoro. Il Governatore della Puglia ha promesso più volte il suo impegno personale per sbloccare la situazione, ma è proprio la Regione il vero ostacolo. Le risorse ci sono in quel capitolo di spesa, ma incredibilmente non si interviene. E francamente è addirittura incomprensibile il fatto che le organizzazioni sindacali continuino ad avere un atteggiamento così morbido, ignorando le istanze del territorio (si provi ad immaginare il risparmio per i venti comuni del Brindisino se dovessero tornare disponibili l’impianto CDR e la discarica). E’ facile immaginare che proprio i quaranta ex dipendenti saranno in prima fila per chiedere a tutti i candidati sindaci un impegno preciso e diretto affinché si pretenda dalla Regione ciò che spetta legittimamente a questa provincia.