Marcello Veneziani racconta in “Vico dei miracoli”il più grande filosofo italiano, il napoletano Giambattista Vico. Lo scrittore e giornalista pugliese sarà a Brindisi per presentare il suo libro giovedì 28 dicembre, alle ore 18.30, nell’auditorium del Museo archeologico “Francesco Ribezzo”, in piazza Duomo. L’ingresso è gratuito, previa prenotazione sulla pagina di Eventbrite rebrand.ly/VicodeiMiracoli. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, e le riflessioni introduttive del vicesindaco, Massimiliano Oggiano, dialogherà con l’autore la giornalista Maria Di Filippo.
Veneziani incorona Giambattista Vico come il più grande dei pensatori italiani raccontando il filosofo, l’uomo e la sua Napoli. Al centro del lavoro l’epoca, il pensiero e la vita del grande filosofo napoletano, che ha dato un contributo fondamentale al pensiero del nostro Paese, ma che spesso è stato frainteso o sottovalutato. Una sorta di dichiarazione d’amore per «quel cristiano secco e bassolino col bastone appuntito che attraversa ogni mattina Spaccanapoli… che se ne va sempre solo, cammina piano, e sembra un poco scartellato, come dicono qui…». Con il piglio del cantastorie e la precisione dello storico, Veneziani ci racconta la vita tormentata di uno dei grandi filosofi e letterati della nostra tradizione. Tutto scorre come in un romanzo, ma ogni dettaglio è autentico: la nascita e l’infanzia tribolata, il lavoro di precettore, i primi passi accademici, le singolari vicissitudini familiari, i rapporti con la Chiesa, le opere incomprese, la vecchiaia, la morte fino alla gloria postuma.
Passo dopo passo, muovendosi tra discreta ironia, frasi idiomatiche, dialetto napoletano e brani di inflessione favolistica («Ascoltate come visse, cosa patì da studioso e da padre, da vivo e pure da morto, quali umiliazioni subì, quale solitudine avvertì, quali vie percorse per giungere alla visione della storia irradiata dalla divina Provvidenza»), Veneziani ci accompagna nei luoghi, nelle aule e nelle dimore, a partire dalla casa natale, e intercetta storie che secoli più tardi avrebbero ispirato il genio di Eduardo Scarpetta. Alcuni quasi evocativi della più irriverente commedia dell’arte, come il caso del doppio funerale, con la salma rispedita a casa dopo le esequie e ripetute il giorno successivo.
Il tardivo riconoscimento di Giambattista Vico e la sua gloria postuma rappresentano un fatto singolare e una importante chiave di volta nella storia del pensiero. Veneziani sottolinea come la intempestiva celebrazione di Vico rischi di paventare l’estremo opposto: quello di elevare il filosofo a figura cardine o precursore di praticamente tutte le correnti del pensiero moderno, dall’Umanesimo al Risorgimento, dal Romanticismo al Costruttivismo, e persino in ambiti in apparenza alieni alla sua materia di studi, come la matematica, la linguistica, la pedagogia, fino alla psicologia junghiana. Nondimeno, è indubbio che Vico abbia lasciato un segno indelebile su molti autori successivi. Pensatori come Herder, Goethe, de Maistre, Chateaubriand e Montesquieu.
Marcello Veneziani esplora “La scienza nuova” (1725), l’opera aurea, il capolavoro che consacrerà Vico alla posterità e alla notorietà, l’”ordigno inesploso” contrapposto all’illuminismo dominante. Se gli antichi guardavano al Fato e i moderni al Caso, Vico si rivolge alla mano di Dio, tessitrice di disegni ineffabili e non controllabili per l’uomo. Questa visione si specchia nella sua filosofia, che pone la storia come opera dell’uomo, sebbene gli esiti finali non dipendano da lui. “Verum esse ipsum factum”, si può conoscere solo ciò che si fa, la storia e forse la matematica. Per questo, la storia è il “creato” dell’uomo, della sua natura, del suo modo di essere e di stare al mondo: su questa linea è possibile dare una spiegazione ai suoi corsi e ricorsi che segnano l’incedere ripetitivo delle epoche. Ciò non significa, come è pensiero comune, che la storia si ripeta. Significa, piuttosto, che l’uomo è sempre uguale a se stesso pur nel cambiamento delle situazioni e degli indirizzi della storia.
Marcello Veneziani ha fondato e diretto riviste e scritto su varie testate, da “il Giornale” a “Libero”, dal “Corriere della Sera” a “la Repubblica” e “il Messaggero”. Tra i suoi ultimi saggi: “Anima e corpo” (Mondadori, 2014), “Ritorno al Sud” (Mondadori, 2014), “Un’ora d’aria. Sessanta racconti minuti” (Avagliano, 2015), “Lettera agli italiani. Per quelli che vogliono farla finita con questo Paese” (Marsilio, 2015), “Alla luce del mito” (Marsilio, 2017), “La leggenda di Fiore” (Marsilio 2021).