La chiusura di un mandato è il momento perfetto per fare dei bilanci, e a far questo un commercialista dovrebbe essere allenato: nello specifico, da tre anni in qualità di presidente del GAL Alto Salento porto a casa un’esperienza che mi ha arricchito sia umanamente che lavorativamente. D’altronde, quel che mi ha sempre guidato è stato l’amore per la mia terra, per questa porzione di Puglia che dalla collina digrada verso il mare Adriatico, con le sue asperità, i suoi muretti a secco, le distese di ulivi millenari, le vigne, i borghi arroccati sui rilievi, le piazze che sanno di socialità…: un patrimonio che ho inteso tutelare e valorizzare nel migliore dei modi attraverso la migliore interpretazione e fruizione dei fondi strutturali europei: FEASR (sviluppo rurale) e FEAMP (mare e pesca).
Lavorare a stretto contatto con gli operatori del turismo e dei servizi, rurali e non (dato l’ampliamento delle attività consentite ai GAL anche alle aree cittadine), mi ha dato la possibilità di comprendere al meglio le necessità del territorio, quindi di indirizzare più specificatamente i bandi che sono stati attivati nel corso di questi anni.
A tal proposito, partendo dagli avvisi per i privati e le aziende, sono state finanziate iniziative imprenditoriali quali, nello specifico: l’avviso 3.2 relativo all’ “Adeguamento degli standard di sostenibilità ambientale nel settore dell’accoglienza e fruizione turistica” ha visto finanziati 13 interventi per altrettante strutture ricettive già operanti sul territorio del GAL; l’avviso 3.1 “Pacchetto multi misura per l’avvio e lo sviluppo di servizi a supporto del turismo lento e sostenibile” ha sostenuto 25 progetti che spaziano dall’allestimento di laboratori del gusto, all’acquisto di biciclette, e-bike, risciò elettrici per arrivare ai truck food per esperienze di gusto itineranti, ma anche una lavanderia a supporto del turismo. In questo caso, oltre al finanziamento dell’attività è stato dato anche un sostegno concreto all’avvio della stessa, interamente a fondo perduto. L’avviso 6.3-6.4, bando omnibus, targettizzato per attività commerciali, artigianali e di servizi “Sostegno allo sviluppo di progetti di impresa rivolti all’innovazione sociale” ha prodotto 6 proposte finanziate, anche in questo caso riconoscendo un premio all’avviamento per le nuove imprese.
Per quanto riguarda i bandi destinati agli enti pubblici, i comuni hanno avuto le medesime opportunità: tutti e 7, compreso il capoluogo di provincia, hanno potuto contare sulle possibilità di attivare ammodernamenti, di riqualificare paesaggio ed elementi antropici del territorio rurale e costiero e anche dotarsi di infrastrutture innovative e di comunità. Abbiamo quindi finanziato ben 37 interventi, per un totale di 2.716.552 euro, suddivisi in macro categorie che comprendono: 3 incubatori sociali; realizzazione di interventi volti a potenziare itinerari e percorsi tematici come via Francigena, cammino Materano, etc; ma anche itinerari urbani arredati con strumentazioni ed attrezzature tecnologiche, ad esempio le amatissime panchine smart; riqualificazioni di borgate rurali, edicole votive, luoghi di culto, punti panoramici ed anche aree archeologiche e di interesse speleologico.
Per un totale di 81 interventi che portano “la mia firma”, e che vanno ad esaurire l’intera dotazione finanziaria per la programmazione 2017/2023 per un valore di oltre 5 milioni di euro.
Il focus è stato interpretare le azioni a disposizione come modalità per azzerare le distanze tra aree cittadine e zone rurali: a tal fine è stato reso accessibile a quante più attività possibili, grazie all’ampliamento a svariati codici ATECO, un pacchetto di azioni inizialmente ristretto, in modo da rendere fattibile questa integrazione tra aree territoriali. In quest’ottica anche un “semplice” food truck, veicolo mobile attraverso il quale proporre offerta enogastronomica itinerante, è uno strumento di questo cambiamento: ci si sposta agevolmente tra città, campagna e anche mare, diffondendo la cultura tipica enogastronomica, quale esempio più calzante?
Avrei potuto fare di più? Per quanto mi riguarda, non ho lesinato nel mettere il mio tempo e la mia competenza gestionale e di settore al servizio di quello che ritengo essere uno strumento tra i più efficaci della gestione delle politiche comunitarie: sono infatti convinto che il concetto alla base dei GAL sia potentissimo, in quanto consente di intervenire molto più rapidamente ed efficacemente di altri su interventi di potenziamento della fruizione e valorizzazione del territorio, senza recarsi a Bruxelles, Roma, Bari, ma semplicemente presso la sede del Gal Alto Salento ad Ostuni.
Certo, probabilmente necessiterebbe di un ulteriore snellimento nelle procedure, per non ricalcare il solito schema burocratico contro il quale si infrange la maggior parte delle attività di cofinanziamento pubblico: “non dobbiamo essere costruttori di burocrazia”, ho sempre ripetuto, motivo per cui ho dovuto anche discutere animatamente con i miei collaboratori. Ma di sicuro possiede un elemento di concretezza che lo differenzia praticamente da tutti i progetti finanziati con fondi europei: i risultati delle istanze sostenute sono concreti, visibili, si toccano con mano, e questo è un dato di fatto. Inoltre, il meccanismo di valutazione consente che i fondi vengano gestiti nella maniera più trasparente possibile, in maniera avulsa da favoritismi e provinciali “bolle” di potere, e questo è un elemento che me lo fa apprezzare ancor di più, a riprova del fatto che io abbia dal primo giorno lavorato per la gestione del GAL ripetendo quotidianamente di doverlo fare non per essere rieletto.
Avrei voluto continuare ma, ahimè, impegni lavorativi non mi consentono di proseguire questa sfidante avventura: spero che chi prenderà il mio posto vorrà continuare a portare avanti questa sorta di “manifesto rurale” che è stata la mia stella polare negli ultimi tre anni, tenendosi e tenendo tutti gli attori, e quanti ruotano attorno a questa grande impresa del GAL, lontani dal sentirsi proprietari di qualcosa, ma considerandosi solo ed esclusivamente al servizio di una comunità allargata quale è l’Alto Salento.
Vincenzo Iaia