FP CGIL Brindisi: non permetteremo pressioni su lavoratrici e lavoratori della struttura riabilitativa ospedaliera di Ceglie Messapica

Gravissimo atteggiamento della Fondazione San Raffaele che prende decisioni irricevibili rispetto a professioniste e professionisti che hanno contratti in essere con la Struttura.
Da tempo la Funzione Pubblica CGIL di Brindisi solleva il problema del ricorso a professionisti a Partita Iva da parte della Fondazione per ritardi sui pagamenti e richieste che sarebbero arrivate agli stessi e che prefigurerebbero vincoli di subordinazione con la stessa.
Oggi ci troviamo di fronte ad una presa di posizione nei confronti di questi professionisti, che attacca una legge Regionale sgradita alla Società in eterna proroga.
Come FP CGIL Brindisi abbiamo già provveduto ad una richiesta di accesso agli atti alla ASL di Brindisi per accelerare e far partire le procedure di passaggio al Pubblico secondo la Legge appena approvata e procedere quindi all’assorbimento di tutto il personale in essere.
La decisione unilaterale di privarsi di professionalità da parte della Fondazione San Raffaele oltre che ledere in maniera evidente lavoratrici e lavoratori è un gravissimo danno ai pazienti ed al territorio che si unisce al già evidente declino della Struttura in termini di macchinari e forniture ai degenti, come già evidenziato in più occasioni.
La Funzione Pubblica CGIL Brindisi non permetterà che la Struttura di proprietà di Cittadini e Cittadine della Provincia di Brindisi
continui a subire tutto questo, una struttura nata come un’ Eccellenza e tristemente trasformata per essere votata soprattutto al profitto.
La Funzione Pubblica CGIL Brindisi si rende disponibile, come da sempre accade al San Raffaele di Ceglie Messapica con le nostre strutture già più volte attivate per violazioni contrattuali, per combattere ogni abuso, sia a livello Sindacale che Legale, ma anche attraverso denunce alle autorità competenti.
Invitiamo infine  la Asl Di Brindisi e la Regione Puglia ad intervenire immediatamente per far partire l’iter dettato dalla Legge e fermare ogni tentativo di pressione su lavoratrici e lavoratrici della struttura riabilitativa.

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