Fondazione San Raffaele su Centro di Riabilitazione di Ceglie: serve verità e rispetto della sentenza
22 aprile 2025 – In merito al comunicato diffuso dall’assessore regionale Fabiano Amati sulla sentenza della Corte Costituzionale relativa al Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica, si rende necessario un chiarimento per ristabilire i fatti nella loro correttezza.
1. La famiglia Angelucci è completamente estranea al ricorso
Contrariamente a quanto insinuato dall’assessore Amati, si sottolinea con fermezza che la famiglia Angelucci non è parte del giudizio costituzionale e non ha avanzato alcuna pretesa in merito alla legge regionale impugnata. L’azione è stata promossa unicamente dal Governo, nell’esercizio delle proprie prerogative costituzionali, per valutare la legittimità delle disposizioni normative regionali rispetto all’ordinamento nazionale.
2. Amati ignora – o nasconde – il cuore della decisione
La Corte Costituzionale, con la sentenza in oggetto, ha dichiarato illegittima la parte della legge regionale che consentiva assunzioni dirette di personale per il Centro, in violazione dei principi costituzionali in materia di accesso alla pubblica amministrazione. Il pronunciamento è chiaro: le assunzioni previste dalla legge regionale non sono ammissibili, e dovranno invece essere effettuate attraverso regolari procedure concorsuali. Parlare di “vittoria limpida” è dunque quantomeno fuorviante.
3. Serve rispetto per le istituzioni e trasparenza verso i cittadini
La narrazione proposta dall’assessore Amati, carica di toni trionfalistici e riferimenti personali, rischia di oscurare il contenuto tecnico e giuridico della sentenza, che impone alla Regione una correzione sostanziale della legge. È doveroso che ogni rappresentante istituzionale rispetti l’autonomia della Corte e si attenga ai fatti, senza travisare il senso delle sue decisioni a fini politici o propagandistici.