Il calcio spesso dà adito a situazione di cattivo gusto, in riferimento a episodi di razzismo che accadono sia tra giocatori che tra pubblico e gli stessi protagonisti del rettangolo verde. Ma qualche volta si ha la capacità di chiedere scusa e di dar vita, forse, ad amicizie non programmate. Ed è quello che è accaduto a San Pancrazio, in una domenica senza calcio per lo stop imposto dal calendario. Sette giorni prima, durante la gara di Prima Categoria tra Nuova Avetrana e Virtus San Pancrazio, un giocatore del club jonico, Donato Carluccio si era reso protagonista di una frase infelice nei confronti dell’avversario del San Pancrazio, Kandji Diadji. I due si sono chiariti e Carluccio ha porto le sue scuse, incontrando Diadji.. “Avrei voluto parlare prima – ha dichiarato Carluccio – ma poteva sembrare che stessi cercando un modo per non subire una squalifica pesante. Ora che il giudice sportivo si è pronunciato, voglio porgere le mie scuse per quanto accaduto l’altra domenica. Lo avevo già fatto in privato ma credo sia giusto farlo pubblicamente. Tutti possiamo sbagliare ma le persone mature sono quelle che hanno il coraggio di ammetterlo e di chiedere scusa. Chiedo scusa a Diadji per la frase pronunciata che non appartiene alla mia cultura ed ai valori che i miei genitori mi hanno trasmesso; chiedo scusa ai miei compagni di squadra, alla società Avetrana ed al San Pancrazio ed in generale a tutti coloro che ho offeso con le mie parole. Abbiamo parlato a lungo io e Diadji e sono certo che ha compreso tutto il mio rammarico per quanto è accaduto”. Queste invece le parole di Diadji. “Sono contento di aver parlato a lungo con Donato Carluccio – ha detto il giocatore del San Pancrazio – e ho compreso quanto sia sinceramente dispiaciuto. Oggi ho un amico in più”. Questi sono gli esempi che fanno bene al calcio e alla vita di ogni giorno.