Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani
“L’eolico offshore come panacea per dire addio all’inquinamento e raggiungere gli obiettivi green per il 2030: una favola, anzi una menzogna. Continuano a propinarcela non solo i colossi delle rinnovabili e la stampa amica, ma addirittura Legambiente, che abdica al suo dovere di difesa del paesaggio. Nel convegno di ieri a Brindisi, Legambiente ha dichiarato che l’eolico offshore è il futuro, sponsorizzando gli investimenti colossali concentrati sulla Puglia, e sul Salento in particolare. Bisogna fare in fretta, accorciare i tempi delle autorizzazioni che bloccano l’insediamento delle centrali del vento in mare: questo il mantra.
Ma noi ci opponiamo con forza a questo martellamento, e lo facciamo non per partito preso o per cieco campanilismo, ma a ragion veduta. Diciamo sì all’eolico offshore, ma a patto che si perimetrino le aree riservate agli impianti galleggianti. Aree portuali già sfruttate a fini industriali e zone in alto mare, ad almeno 40 chilometri dalla costa, dove non possano avere impatto visivo e danneggiare il paesaggio. Invece, i progetti presentati lungo le coste dal capo di Leuca al Gargano sono invadenti e invasivi: giganti piazzati a poche miglia dalla litoranea, con pale altre fino a trecento metri, che minacciano il nostro patrimonio di bellezza, alla base del turismo e dell’economia del mare. A questa invasione noi ci siamo opposti con manifestazioni e atti istituzionali, in Consiglio regionale e coinvolgendo i sindaci e le amministrazioni locali in una battaglia condivisa al di là di ogni steccato ideologico.
Ancora una volta suoniamo la sveglia alla Regione, perché si sbrighi a delimitare le aree in mare dove sarà consentito insediare gli impianti eolici offshore. Qualche giorno fa abbiamo presentato una mozione per impegnare la giunta Emiliano ad attuare le disposizioni alle Regioni contenute nel decreto ministeriale del 21 giugno scorso: indicare superfici e aree idonee dove installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. La Puglia ha già dato tantissimo in termini di consumo di suolo: è seconda in Italia per potenza installata di eolico industriale con una superficie complessiva di circa 4.500 ettari, più di un quarto di quelli installati in tutta Italia. Per quanto riguarda l’eolico off-shore, le istanze lungo le coste pugliesi raggiungono una potenza complessiva di circa 27,5 GW, pari a oltre dieci volte l’obiettivo nazionale.
In questo scenario, assume grande rilievo la sentenza della Corte Costituzionale del febbraio scorso, che ha giudicato infondato il rilievo di illegittimità contestato dal Governo alla nostra legge regionale sul fermo pesca dei ricci di mare in vigore da maggio 2023. Sono state dunque respinte le basi dell’impugnativa del Consiglio dei Ministri, sancendo il principio che le Regioni hanno il diritto/dovere di proteggere il mare e le sue risorse nelle zone di loro competenza.
Dunque, ancora una volta incalziamo la Regione a perimetrare le aree destinate all’eolico offshore, e ad aggiornare il Pear, il Piano energetico ambientale regionale fermo al 2017.
Basta con gli sfregi al nostro territorio e al nostro paesaggio, basta con le speculazioni”.