EMERGENZA ASSISTENTI AI DISABILI NELLE SCUOLE: SI PREANNUNCIA UN SETTEMBRE CALDO

Non sarà un bell’inizio di anno scolastico per molte famiglie brindisine. All’orizzonte infatti potrebbero esserci sgradite sorprese per gli studenti diversamente abili che pagheranno le scelte di chi governa questa Regione e che ha deciso di chiudere i rubinetti di alcuni servizi essenziali, tra i quali il servizio di assistente alla persona nelle scuole. La Regione Puglia, nei mesi scorsi, ha emanato le linee guida che disciplinano il servizio per renderlo omogeneo su tutto il territorio già a partire dal prossimo anno scolastico. Il risultato, per dirla in soldoni, è che l’alunno in situazione di gravità avrà diritto all’educatore in maniera esclusiva mentre gli Operatori Sanitari Specializzati (OSS) ai quali sono assimilati gli assistenti della Asl brindisina impegnati nelle scuole, dovranno occuparsi di 5 bambini ognuno a prescindere dal tipo di disabilità. Una scelta che mortifica non solo il lavoro di questi operatori che non possono dedicarsi completamenti al singolo alunno, ma che mortifica soprattutto gli studenti che perdono, in alcuni casi, figure di riferimento che sono essenziali, soprattutto nei casi di disabilità mentali e non strettamente fisiche. L’assistente nella scuola è quella figura che si occupa delle autonomie dell’alunno non solo in termini di bisogni fisiologici, ma anche di autonomie relazionali, di integrazione nel contesto scolastico, di rapporti con il resto della classe e con gli insegnanti. Allora perchè penalizzare ancora una volta i disabili? Qual è il senso di queste scelte e perchè i tagli alla Sanità devono riguardare sempre le fasce più deboli e indifese? Non scordiamo che quando si parla di studenti, si parla anche di bambini di 3 anni…Non saranno certo questi gli obiettivi che garantiranno i premi di produzione o giustificheranno l’aumento di stipendio ai manager delle Asl voluto dal Presidente Emiliano. Almeno questo lo speriamo. Perchè si trovano i soldi per gratificare oltre misura chi fa semplicemente quello che fanno tanti altri padri di famiglia e non si trova la maniera di assumere personale specializzato per coprire il fabbisogno e garantire il servizio a tutti, senza distinzioni? Resta il fatto che a settembre tra i banchi di scuola potrebbe scoppiare la rivolta delle famiglie provate non solo dal vivere con la disabilità, ma soprattutto provate dall’inefficienza del Welfare che da noi resta solo una parola che non si traduce in fatti! Che dirà il Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità? Da quale parte si schiererà? Settembre è alle porte e se ne vedranno delle belle….

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