Elefante (PD). “Io sul banco degli imputati? Va bene, ma con me anche Cannalire”
Questa la risposta di Antonio Elefante alle dichiarazioni del segretario cittadino del partito Democratico, Francesco Cannalire
“Bisogna stare attenti non agli alti per gli altissimi, ma agli abissi per i profondi. Oggi le bassezze profonde in politica sono molto frequenti, soprattutto quando non si risponde nel metodo e nel merito, quindi si va nelle bassezze. Profondi e abissi in questo periodo ne vedo tantissimi. Allora, veniamo al dunque: tesserato o no nel PD?
Mi rendo conto che questa è una difesa che denuda l’incapacità e l’esperienza di chi non ha mai rappresentato qualcosa e appresentare soprattutto un Partito Democratico mi rendo conto che è difficile. O fai parte di una storia oppure cadi nelle gaffes, come quella dell’iscrizione. Cannalire deve sapere che io non ho neanche ritirato la tessera del 2018, ma questo non significa che non sia iscritto. Perché, cosa si è fatto sempre nel nostro partito, dai tempi di mio nonno ad oggi e come accaduto anche nei sei anni in cui io sono stato segretario? Quando arrivano le tessere non arrivano con nomi e cognomi da compilare, ma già prestampate, che sono quelle dell’anno precedente, ma prestampate. Si presume che quelli come me, che hanno fatto il segretario, che stanno nel direttivo, che fanno il consigliere comunale, come me che sono il più longevo in fatto di legislatura, siano tesserati, con tessera già prestampata, tessera, tra l’altro, che io pago implicitamente, a meno che non mi chiedano le 15 euro, ma io gliele dò, ci mancherebbe, anche se lo già date, ma non mi ho ricevuto la tessera. Ma, al di là di questo, io ogni mese, così come faccio da 10 anni e come si può appurare dal mio conto corrente, lascio al partito il 10% della mia retribuzione lorda da consigliere comunale, che va da un minimo, ripeto ogni mese, di 40 ad un massimo di 100 euro. Quindi un segretario, uno che è nato in questo partito, uno che abbia un minimo di esperienza o un segretario che abbia l’umiltà di chiedere a chi c’era prima, chiedere per esempio ‘’come si fa nel vostro partito, visto che non ci sono mai stato e che ho cambiato tante liste civiche e tanti partiti? E’ questa la verità.
Si dice, quindi, guarda che si fa così. Le tessere dei dirigenti di partito, dei consiglieri comunali, dei rappresentanti istituzionali, le tessere di chi ha un ruolo di partito importante, le tessere degli iscritti storici vengono prese, messe da parte perché sono automaticamente già date e non già riscritte. perché arrivano già col nome. Io dico a Cannalire che non ho ritirato nemmeno quella del 2017. Negli ultimi anni poi arrivavano anche in forma cartacea. Quindi, per non perderle a casa, le lascio lì. A casa ho le ultime del PD, prima dell’era Renzi, e quella dei DS. Mi cadono e braccia a terra, pertanto, quando ti danno queste spiegazioni che denudano la non coerenza e la non esperienza dell’essere di Partito. Questa è la verità. Faccio un esempio. E come se io andassi ora a casa, trovassi l’amante e gli dicessi posso entrate? Ma se è casa mia? Ecco questo è il Partito Democratico adesso.
Sul regolamento Tosap. Quella delibera tutto è ma non è di sinistra. Prima non c’era la discrezionalità per la Tosap. C’è lì, guardate, uno scollamento nella politica e io soffro per questo. Io tento di farlo emergere, ma nessuno vuole che lo scolamento emerga. Perché quando si sottace tutto chi c’è continua ad esserci. Questa è la grande verità. Tra la fine 2019 e l’inizio 2020, con la presidente di commissione Portolano, abbiamo rivisto il regolamento Tosap in quegli articoli che si era deciso, non so da parte di chi, di modificare. Alcuni condivisibili e li abbiamo condivisi. Il punto non condivisibile, quindi è una storia vecchia, è quello che la Portolano ci diceva che c’è la scontistica fino all’80%. Secondo me, dissi, questo significa favorire qualcuno e sfavorire altri, privilegiare i privilegiati o crearne altri e se crei un privilegiato creai anche un emarginato. Se tu al diritto sostituisci il privilegio cade. muore il senso e il principio della sinistra. Se poi la discrezionalità è fatta su volontà politica è ancora peggio. Noi abbiamo promesso altro. Ed erano tutti d’accordo. Tant’è che la Portolano scrisse il verbale, e spero che ci sia ancora, ma può anche essere che non ci sia mai stato e che io mi sono inventato tutto, chissà. Erano tutti d’accordo, maggioranza e opposizione, anche la Presidente. Io dissi. Propongo una scontistica precisa e si dà quella scontistica precisa a tutte quelle manifestazioni o eventi pubblici che non abbiano ricevuto contributi pubblici. Chi ha avuto contributi pubblici nessuno sconto. Perché non puoi avere entrambe le cose. Secondo me, era per cercare di estendere la possibilità di scontistica a tutti, dalle grandi associazioni alle piccole e a quelle appena nate. Erano tutti d’accordo. Eravamo passati infatti agli altri punti del regolamento. Poi c’è stata la quarantena. A proposito, Cannalire mi attacca e dice che io sono in quarantena e sto soffrendo. Io vado a lavoro, faccio la spesa, non sto soffrendo proprio la quarantena, soffro soltanto l’ignoranza, l’incoerenza e chi cambia le idee tutte le volte. Facciamo la commissione due giorni prima del consiglio comunale, perché il giorno dopo c’era la commissione Statuto e Regolamenti dove si ratificava il tutto. Ciò è dimostrabile. La Portolano rilegge, udite udite, quell’articolo non così come era stato discusso, modificato, avallato all’unanimità in commissione, ma come era stato presentato la prima volta, con la discrezionalità. Io dissi vi ricordate e loro dissero si, mi incazzai e dissi a loro che ruolo avesse la politica, i consiglieri. E siccome Cannalire dice che deve essere tutelata la dignità dei consiglieri comunali del PD, ma la dignità la sta offendendo lui con lo sminuire tutti i giorni il ruolo e la libertà di pensiero, chi ce l’ha ovviamente, chi non ce l‘ha sono fatti suoi, dei singoli consiglieri che devono essere utilizzati per il movimento meccanico dell’avanbraccio che sale sulla scapolo omerale, che significa d’accordo. E’ normale che mi sono incazzato perché si è smentito ciò che noi avevamo fatto. E i 5 Stelle che fanno? In quello che è il vuoto della politica, presentano loro un emendamento per togliere la discrezionalità; fanno la commissione Statuto e Regolamento e alcuni consiglieri della maggioranza hanno espresso, sulla discrezionalità, il voto di astensione, per far passare il regolamento come voleva la maggioranza. C’è qualcosa che non va. O sto dicendo tutte menzogne o dico la verità. Quando loro finiranno di dire bugie sul mio conto io finirò di dire la verità su di loro. Avevamo promesso di essere altro. Per alcune cose lo abbiamo fatto, ci mancherebbe, per altre no, per altro non abbiamo fatto neanche il minimo sindacale. Mi si chiede se sono del PD? Io sono del Pd. Qualcuno vorrebbe mettermi sul banco degli imputati? Certamente. Ma faccio una battuta per sdrammatizzare. Se qualcuno chiede l’espulsione del sottoscritto senza la capacità di dimostrarsi nella sostanza politica, ripetono infatti sempre le stesse cose senza entrare nel merito, chiederò l’ausilio del VAR, al quarto uomo. Ma qualora dovessero veramente chiederle, io sul banco degli imputati voglio anche Cannalire. Io devo essere espulso perché dico cose di sinistra? Perché rilevo l’incoerenza? Perché dico le cose che avremmo dovuto fare e che non stiamo facendo e che in tanti sono d’accordo ma per timore e per bisogno non dicono? O sul banco degli imputati dovrebbe stare Cannalire per alto tradimento verso il partito, visto che è stato lui a fare l’operazione di due consiglieri comunali del PD che passano ad Italia Viva?
Una volta, e concludo, si era di partito cercando di agglomerare quante più persone possibili. Era una comunità chiamata soggetto politico, un partito. Non dico di ritornare a quei vecchi valori, a quella ideologia forte. Ma ad una comunità che portasse tutti, uomini e donne, a condividere più o meno le stesse cose. Ma qui c’è l’idea perversa di alcuni, a destra ma anche nel PD, che non c’era qualche tempo fa, di svuotare il partito da qualsiasi pericolo che potesse mettere a repentaglio il proprio ruolo, perché svuotandolo si resta da soli e si viene magari chiamati d’ufficio a chissà quale proposta o poltrona divina. Bene, io questo nel PD non lo permetterò.
(testo trascritto da una video registrazione)