EDOARDO WINSPEARE E IL CAST DE “LA VITA IN COMUNE” A BRINDISI

Nelle sale pugliesi prosegue il tour di presentazione de La vita in comune, il nuovo, poetico, visionario film del regista salentino Edoardo Winspeare, in concorso nella sezione Orizzonti alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia e distribuito nei cinema italiani da Altre Storie. Dopo Nardò, Tricase e Lecce, sabato 9 settembre il fitto calendario propone tre appuntamenti: alle 18.30 al Cinema Andromeda di Brindisi, alle 19.30 al Cinema Nuovo di Alberobello e alle 21 al Cinema Splendor di Bari. Domenica 10 settembre il regista e il cast saranno in sala alle 19 al Cinema Italia di Francavilla Fontana e alle 21 (a cavallo dei due spettacoli) al Cinema Roma di Cerignola. Prodotto dallo stesso Winspeare (autore della sceneggiatura con Alessandro Valenti) con Gustavo Caputo e Alessandro Contessa per Saietta Film e Rai Cinema, in associazione con Banca Popolare Pugliese (ai sensi delle norme sul tax credit), Charles e Diane Adriaenssen e Tea Time Film, La vita in comune è sostenuto anche con il contributo di Apulia Film Commission. Il cast è composto da Gustavo Caputo, Antonio Carluccio, Claudio Giangreco, Celeste Casciaro, Davide Riso, Alessandra de Luca, Francesco Ferrante, Antonio Pennarella, Tommasina Cacciatore, Marco Antonio Romano, Salvatore Della Villa, Ippolito Chiarello, Fabrizio Saccomanno, Fabrizio Pugliese, Domenico Mazzotta, Giorgio Casciaro.

I complimenti al film sono arrivati anche da Helen Mirren, Premio Oscar per The Queen, “Ella” nel film The Leisure Seeker di Paolo Virzì a Venezia. La salentina adottiva (vive molta parte dell’anno a Tiggiano) ha tenuto a esprimere il suo giudizio. «È un film speciale e io voglio dargli tutto il mio supporto perché Winspeare racconta una comunità che mi piace molto e sa coglierne la verità», ha sottolineato. «È un film che rivela bellezza e poesia. E noi apprezziamo tutto ciò che viene fatto per salvare la natura e la sua bellezza». Non meno entusiasta il marito Taylor Hackford. «È una favola poetica sulla gente di qui in Salento, che cerca di cavarsela, ma è sempre fiera e di leale verso la famiglia e verso la comunità», ha precisato il regista di, tra gli altri “Ufficiale e gentiluomo”, “Oscar”, “Il sole a mezzanotte”, “L’avvocato del Diavolo”. «È una commedia, ma è anche un film serio; fa ridere, ma nel modo giusto. È interessante e sorprendente, come nella scena della telefonata del papa. Noi che viviamo in Salento sentiamo che i personaggi sono autentici».

Il film è una storia poetica e fiabesca che si svolge nel Comune immaginario di Disperata, un piccolo paese del sud Italia dimenticato da Dio, dove il malinconico sindaco Filippo Pisanelli si sente terribilmente inadeguato al proprio compito. Solo l’amore per la poesia e la passione per le sue lezioni di letteratura ai detenuti gli fanno intravedere un po’ di luce nella depressione generale. In carcere conosce Pati, un criminale di basso calibro del suo stesso paese, che con il fratello Angiolino sognava di diventare boss del Capo di Leuca. Ma l’incontro con l’arte cambia tutti, e così un’inconsueta amicizia tra i tre porterà ciascuno a compiere delle scelte coraggiose: i due ormai ex banditi subiranno una vera e propria conversione alla poesia e alla bellezza del Creato, mentre il sindaco troverà il coraggio per difendere delle idee, forse folli, ma per cui vale la pena battersi. La ricomparsa della foca monaca sarà il segno che qualcosa è cambiato. La vita del timido Filippo è ormai capovolta e lui ci si butta dentro con un tuffo, finalmente circondato non da paure ma da un silenzio pacifico. Questa inconsueta relazione non cambierà solo i tre amici bensì sarà anche foriera di una rinascita civile per la piccola comunità di Disperata. Nelle parole del regista Edoardo Winspeare: «Pati, Angiolino, Eufemia, Biagetto e Filippo esistono veramente: sono proprio così, o – forse meglio – potrebbero essere così come descritti nella sceneggiatura. Le loro ambizioni, i loro sogni – come diventare i mammasantissima del più povero e depresso paesino di Puglia, aspettare la foca monaca, iniziare alla poesia alcuni detenuti, desiderare di fare il bidello, attendere con ansia una telefonata del Papa, costruire lo zoo di Disperata – hanno il sapore di una visionarietà quotidiana senza la retorica che spesso accompagna tali gesta quando compiute da eroi riconosciuti dal mondo intero».

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