Non c’è una spiegazione differente: qualcuno avrà detto a Fabrizio Mattana, responsabile del settore gas di Edison, che a Brindisi basta poco per convincere tutti a dire “si”. In caso contrario, infatti, un professionista esperto e preparato come lui non avrebbe dato il via libera ad una organizzazione del “confronto della città” limitato ad una passerella mattutina e ad un’altra pomeridiana, tutto concentrato nella giornata domani e per giunta presso Confindustria che fino ad oggi ha gestito la questione in perfetta solitudine.
Il primo appuntamento è per le ore 11.30 di domattina ed è il presidente degli industriali Gabriele Menotti Lippolis a precisare che il tempo a disposizione è di un’ora emezzo (c’è già indicata l’ora di conclusione alle 13.00). Sono invitati a “confrontarsi” con Edison i rappresentanti di Cna, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Confcommercio, Confapi, Confesercenti, Confartigianato e Confartigiani. E ci saranno anche i rappresentanti degli ordini dei dottori commercialisti, degli avvocati, degli ingegneri, degli architetti, dei geometri e dei consulenti del lavoro. E chi più ne ha più ne metta…
Nel pomeriggio, invece, un’altra “infornata”, anche se questa volta ci saranno i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil (generali e di categoria), di Cisal, Ugl e Confsal-Fismic.
Si dovrà aspettare la mattina di giovedì per l’incontro tra Edison e l’Amministrazione Comunale di Brindisi. Per l’ente locale ci saranno il sindaco Marchionna, il vice sindaco Oggiano e gli assessori Quarta e Bruno. L’appuntamento è rigorosamente a Palazzo di Città (finalmente un po’ di rispetto per chi ha il compito di rappresentare un’intera città).
In realtà, sarà solo un primo momento di confronto visto che l’appuntamento più importante sarà quello del consiglio comunale monotematico aperto durante il quale proprio i consiglieri comunali si pronunceranno, con l’obiettivo di sottoscrivere un ordine del giorno quanto più possibile condiviso, in maniera tale da dare forza contrattuale al primo cittadino. Le posizioni in campo, come è noto, sono diverse: si va da chi l’impianto non vuole che si realizzi a chi (e sono probabilmente in maggioranza) chiede con forza che venga delocalizzato. E poi ci sono quelli che sono per il “si a tutto”.
E non saranno certo le “passerelle a tempo” di Edison a risolvere il problema, nè tantomeno basterà mettere insieme associazioni, sindacati e ordini professionali che fino ad oggi sono stati volutamente e colpevolmente tenuti ai margini della questione.