La vicenda legata alla proposta di realizzazione di un deposito di GNL da parte della società Edison è ancora tutta da definire. Al netto dall’esagerato e in parte incomprensibile entusiasmo mostrato da sparuti gruppi di interesse all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato, nessuno al momento è in grado di affermare se quell’impianto si realizzerà o meno.
L’organo giudicante ha di fatto sostenuto che il Consorzio Asi non avrebbe potuto esprimere il parere negativo sulla distanza tra il confine del deposito e i fasci di binari del porto, fissata, come è noto, a soli cinque metri mentre per l’Asi tale distanza non poteva essere inferiore a 30 metri.
In pratica, il Consiglio di Stato considera valida l’Autorizzazione unica rilasciata nel 2022 dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero delle Infrastrutture, soprattutto in considerazione del fatto che non è stata impugnata davanti ai giudici del Tar del Lazio. Il Comune di Brindisi, come è noto, presentò ricorso al Tar di Lecce per poi ritirarlo quando fu chiaro che bisognava riassumerlo presso i giudici amministrativi romani.
Da quel momento la strada poteva risultare spianata, anche se quel parere concesso dall’Asi ha imposto prudenza da parte di tutti, a cominciare dall’Autorità di Sistema Portuale che ha chiesto ed ottenuto un giudizio del Tar e poi del Consiglio di Stato. Una sentenza, l’ultima, che mette ad un angolo il Consorzio Asi, ma non cancella dubbi e perplessità su quella distanza dai binari. Si dà per scontato, insomma, che il problema sia stato affrontato prima della concessione dell’Autorizzazione Unica e invece sappiamo bene che non è così perché nella procedura ci sono pareri scritti in burocratese che non cancellano i timori per la pubblica incolumità. Quell’area – lo sanno bene tutti – è ad alto rischio di incidenti rilevanti e poi ci sono i problemi legati alla funzionalità del porto che potrebbe subire forti limitazioni durante la presenza in banchina di navi gasiere. Un dubbio che la Capitaneria di Porto non ha mai voluto fugare a fronte delle preoccupazioni di tanti operatori portuali.
Insomma, la nebbia intorno al deposito di GNL si è solo leggermente diradata, ma affermare che adesso l’impianto si farà appare davvero un azzardo, tanto più perché Edison dovrà farlo eventualmente con risorse proprie, essendo svanita ogni possibilità di utilizzare denaro pubblico. E poi c’è sempre in piedi la denuncia che numerose associazioni cittadinee la Cgil hanno presentato alla Procura della Repubblica per alcune presunte anomalie durante l’iter autorizzativo.
Ecco perché la parola fine di questa vicenda, anche per l’inspiegabile silenzio generale, è ancora tanto lontana.