La notizia relativa al congelamento dei provvedimenti di sospensione di 14 lavoratori dell’azienda Ecotecnica va salutata certamente con favore, in quanto si consente ad altrettanti padri di famiglia di continuare a lavorare. Il tutto, in attesa che qualcuno, in sede di Governo, si preoccupi di rivedere il decreto legislativo 231/2001. Stante ciò che è avvenuto a pochi chilometri da Brindisi, infatti, Ecotecnica è stata praticamente obbligata ad assumere i provvedimenti di sospensione, allo scopo di evitare conseguenze gravissime per la stessa società.
Le buone intenzioni del Prefetto di Brindisi e gli appelli del sindaco Rossi sono sicuramente importanti, ma è evidente che non si poteva andare oltre un congelamento delle sospensioni (e non un annullamento, come erroneamente riferito da qualcuno) in attesa di fatti concreti che facciano luce sull’intera vicenda.
Del resto, l’accordo firmato in Prefettura fa chiarezza su ciò che è realmente accaduto, visto che si precisa che chi ha ricevuto già la lettera di sospensione ed è stato ascolato ottiene una proroga di novanta giorni. Chi, invece, non è stato ancora ascoltato dovrà farlo non prima di novanta giorni.
Quindi il problema è tutt’altro che risolto.
Un motivo in più per considerare incomprensibile l’entusiasmo del PD di Brindisi che attribuisce il merito di quanto avvenuto al sindaco Rossi, scaricando le responsabilità su Ecotecnica, “colpevole” semplicemente di aver applicato le leggi vigenti.
Se il PD considera “Ingiustificati ed abnormi” i provvedimenti di sospensione, perché non impegna i propri parlamentari a chiedere una modifica della legge 231/2001 invece di limitarsi ad un comunicato stampa? Troppo semplice conquistarsi un applauso in questo modo. I problemi vanno risolti, non nascosti sotto un tappeto.