Diciamolo con la solita chiarezza: l’obiettivo di Riccardo Rossi è solo quello di arrivare a fine mandato con il minimo sforzo possibile e riuscirà a traguardarlo più per incapacità degli altri che per meriti suoi.
Il Comune di Brindisi – lo sanno bene tutti – versa in condizioni finanziarie disastrose e se fino ad oggi non c’è stata l’ufficializzazione del dissesto finanziario è solo per “merito” del covid che ha congelato tutte le procedure ed ha lanciato varie scialuppe di salvataggio agli enti locali. Ma non si tratta di regali. I “debiti” sono solo stati posticipati e per il “dopo-covid” si annunciano stagioni da lacrime e sangue per i brindisini. La tassa sui rifiuti – non è un mistero – schizzerà a livelli impensabili (grazie anche alla perdurante presa in giro della Regione Puglia che continua a non completare il ciclo dei rifiuti) e la necessità di tornare a pagare i ratei dei mutui obbligherà gli amministratori comunali a fare ulteriori tagli ai servizi offerti al cittadino. Ci riferiamo, ad esempio, alla mensa scolastica, agli asili nido, al trasporto alunni, all’assistenza domiciliare integrata ed a tanto altro ancora.
Ma oltre ai debiti sono congelati anche gli effetti degli errori commessi da questa Amministrazione e denunciati con dovizia di particolari anche dall’ex assessore alle Finanze Cristiano D’Errico e dall’ex dirigente dello stesso settore Simone Simeone. Si va dalla perdurante “politica del no” (che ha paralizzato investimenti infrastrutturali ed ha ingessato l’intero comparto urbanistico) ai ritardi per il varo del Piano Urbanistico Generale, all’assenza di una “vision” della città che si vuole costruire.
Il sindaco della svolta, insomma, si è lentamente ma inesorabilmente trasformato nel sindaco che vive alla giornata, forte del consenso di consiglieri comunali fedelissimi e di un Partito Democratico incapace di far valere la propria capacità di governo. Proprio questa forza politica, infatti, si è posta il problema di imprimere una svolta per la seconda parte del mandato amministrativo. Ha elaborato un piano e lo ha sottoposto a Rossi. La risposta ufficiale è che il sindaco terrà in considerazione quanto elaborato, ma poi farà esattamente il contrario, in linea con il suo pensiero. In realtà, un risultato il PD lo ha ottenuto, visto che gli è stato concesso qualche strapuntino (chiamarlo assessorato sarebbe davvero troppo, viste le deleghe) e nei prossimi giorni forse anche la presidenza del Consorzio Asi. Le contestazioni interne – quelle poche evidenziatesi nelle scorse settimane – si sono squagliate come neve al sole, a conferma del fatto che nessuno vuole rischiare più di tanto per far voltare pagina a questa città.
Del centro destra, invece, sarebbe meglio non parlarne, visto che da questa vicenda ne è uscito a pezzi, incapace di fare sintesi e presentarsi come soggetto credibile per una alternativa di governo.
L’unica novità, invece, arriva dal Movimento 5 Stelle, visto che la possibile apertura ad alleanze colloca l’avvocato Serra ed i suoi colleghi consiglieri in una posizione importante in proiezione futura.
Per il momento, però, resterà tutto fermo e Riccardo Rossi andrà a vincere il campionato senza aver segnato una sola rete. Uno dei tanti miracoli possibili in questa città.