Ad una svolta le indagini riguardanti il duplice omicidio compiuto mercoledì scorso ai danni del 70enne Antonio Calò e di sua moglie Caterina Martucci, di 64 anni.
Dopo ore ed ore di interrogatorio, avvenuto nella caserma della compagnia dei carabinieri di San Vito dei Normanni alla presenza del comandante, capitano Vito Sacchi, ha reso ampia confessione ed è stato sottoposto a fermo il fratello della vittima, Cosimo Calò, di 83 anni. Secondo il pubblico ministero Francesco Carluccio e sulla base degli elementi raccolti dai carabinieri, sarebbe stato lui ad esplodere le fucilate nei confronti delle vittime. Calò, assistito dall’avvocato Carmela Roma, è già stato trasferito in carcere a Brindisi.
Con il passare delle ore era cresciuta la consapevolezza che il duplice omicidio verificatosi mercoledì scorso a Serranova si era consumato all’interno di rapporti familiari deteriorati da tempo.
Stamattina nella caserma dei carabinieri di San Vito dei Normanni erano poi ricomparsi, a distanza di un solo giorno, l’83enne Cosimo Calò e suo figlio Vincenzo. Insieme a loro c’era l’avvocato Roma, a conferma del fatto che la posizione di Cosimo era cambiata rispetto a ieri quando in caserma era giunto senza assistenza legale.
Oggetto del contendere, come già detto nei giorni scorsi, una casa di proprietà ereditata dalla vittima Antonio Calò due anni fa da un fratello defunto.
Elementi su questa vicenda sono stati forniti ancora da un altro fratello, Carmelo, lo stesso che aveva rinvenuto i due corpi dopo l’omicidio. Insomma, una pesante lite familiare per motivi di interessi ed a tutto questo si aggiunge il rinvenimento di due fucili in casa di Cosimo Calò e nella sua disponibilità, anche se per fare fuoco sulle vittime non sarebbero state utilizzate queste armi.