Si è tenuto questa mattina, presso la Prefettura di Brindisi, un incontro del Consiglio Territoriale per l’immigrazione, convocato accogliendo, tra l’altro, una richiesta inoltrata dal Forum Per cambiare l’Ordine delle Cose e da molte associazioni della città e della provincia di Brindisi, ma anche regionali e nazionali, sulla questione dormitorio.
L’incontro ha visto la presenza del sindaco Riccardo Rossi, degli assessori Mauro Masiello e Isabella Lettori, del dirigente ufficio immigrazione della Questura, dottoressa Occhioni, del comandante vigili urbani, nonché di alcuni esponenti della società civile quali Forum Per cambiare l’Ordine delle Cose, Cir (rappresentato dalla responsabile regionale, avvocato Donatella Tanzariello), Migrantes, Casa Betania, Comunità africana, Arci, sindacati, Unhcr, Casa del Popolo e altre per discutere di temi riguardanti i titolari di protezione presenti sul territorio e la questione del dormitorio di via Provinciale San Vito.
A convocare il Consiglio è stata la vice prefetta, dottoressa Cicoria, che ha aperto il tavolo con un riepilogo delle motivazioni che hanno portato alla necessità di ridurre il numero delle presenze e richiamando la necessità di fare rete per vagliare le diverse risposte a questa evenienza.
Dopo un confronto, durato l’intera mattinata, possiamo dire che, ancora volta, non siamo usciti dal confronto con le Istituzioni con una proposta che risolva (anche se temporaneamente) la situazione delle persone presenti in numero eccedente rispetto alla capienza dello stabile, che, come tutti convengono, deve essere fisicamente ristrutturato e ben pensato nella sua gestione, ad evitare che diventi di nuovo un ricovero privo di alcun servizio e controllo.
Si è invece convenuto sulla necessità di altro tempo per sostenere il percorso in autonomia di altri ospiti evitando soluzioni traumatiche. Si è considerato opportuno valutare la possibilità di richiedere autorizzazioni al Servizio Centrale per alcuni ingressi in Sprar, anche con il sostegno di rappresentanti dell’UNHCR. Si è raccolta la disponibilità delle comunità africane a ristrutturare o adeguare eventuali immobili (oltre che a pagarne gli affitti) e a monitorare che le case siano tenute con cura dagli eventuali nuovi occupanti. Si è considerata percorribile la strada di richiedere a gestori di Cas in dismissione di affittare le stanze ad alcuni dei ragazzi in uscita dal dormitorio e si è ritenuto necessario lavorare tutti sulla intermediazione e sulla verifica di case vandalizzate ma potenzialmente disponibili, sulle garanzie per i locatori ed, in generale, sulla emergenza abitativa diffusa nella città, a proposito della quale si è recepita l’attivazione da parte dell’Arci dello sportello per la ricerca di soluzioni percorribili.
Assenti all’incontro la Asl e le associazioni datoriali degli agricoltori, indispensabili per aprire un tavolo sul caporalato e sullo sfruttamento.
Su questi temi, e sulle proposte/impegni emersi dalla giornata si è dunque concordata la necessità di rincontrarsi a breve, fermo restando che le associazioni continueranno a seguire la questione dormitorio che è stato il rilevatore più evidente di una questione povertà che torna a minacciare i nostri territori e della quale bisogna farsi carico con determinazione e competenza.
Continuare a seguire il dormitorio, per la società civile cittadina, (ma anche provinciale e regionale), significa continuare a fornire pasti e abiti nei limiti delle possibilità, accompagnare il processo di assorbimento delle persone considerate in esubero, sostenere la regolarizzazione della struttura, fornire i servizi di informazione e sostegno agli ospiti, fino a giungere ad una gestione del posto dignitosa, come descritta dalla bozza allegata predisposta dal Cir e dal Forum Per cambiare l’Ordine delle cose e consegnata ai referenti istituzionali come linea guida per non incorrere nel futuro nelle stesse condizioni.
Qui di seguito la piattaforma presentata alla Prefettura, al Comune e alla Provincia:
Una piattaforma comune in favore delle persone presenti nel dormitorio comunale di Brindisi
Il presente documento, frutto di un’elaborazione condivisa da numerose realtà del Terzo Settore provinciale, a vario titolo impegnate nell’ambito sociale e dell’immigrazione, mira a evidenziare talune richieste/proposte dirette all’individuazione di modalità e pratiche per il miglioramento delle condizioni esistenziali delle persone presenti presso il dormitorio comunale di Brindisi.
Alla base delle considerazioni di seguito espresse vi è la convinzione di tutti gli enti sottoscrittori che la situazione di crisi attuale si possa risolvere solo con una visione ed un intervento che gestisca la quotidianità’ all’interno di quello spazio, con un’attenzione specifica alle condizioni materiali, all’erogazione di servizi e consulenze, in un più generale piano cittadino di prossimità al tema delle povertà e dell’inclusione.
Ciò premesso si individuano le seguenti necessità:
- La promozione di un “soggetto” di gestione mista (che comprenda anche alcuni ragazzi della comunità africana), che si occupi della rilevazione costante dei bisogni dei presenti per agevolarne il soddisfacimento;
- L’attivazione di un tavolo permanente, che preveda, fra gli altri, la presenza di esponenti delle Istituzioni, dell’associazionismo e del Terzo Settore (professionisti e volontari), che a vario titolo si occupano di povertà e inclusione, per l’elaborazione costante di risposte ai bisogni dei cittadini e delle situazioni di marginalità;
- La destinazione di una “quota posti” ad interventi di bassissima soglia, o “drop-in”, diretta ad interventi di prima necessità.
- La istituzione di un servizio di assistenza-Sportello, sui temi dell’iscrizione al Servizio sanitario nazionale e della salute, delle problematiche legali, eventuali inserimenti in strutture di accoglienza, iscrizioni anagrafiche, ricerca del lavoro, ricerca casa, lotta allo sfruttamento.
Alla luce di quanto sopra evidenziato si chiede che:
- a) le persone presenti nel dormitorio, in quanto di fatto domiciliate presso la medesima struttura, siano iscritte nelle liste anagrafiche comunali, sia pure nelle categorie dei “senza fissa dimora”. Che tale titolo sia ritenuto sufficiente per l’ottenimento della residenza temporanea;
- b) sia garantita la presenza negli spazi del dormitorio comunale, per almeno un giorno a settimana, di un presidio medico sanitario ad opera della Asl, al fine di assicurare le cure necessarie ed urgenti delle persone regolarmente presenti nel dormitorio, nonché di tutti coloro i quali pur non registrati, versando in una condizione di indigenza eventualmente necessitino di supporto immediato. Presso il medesimo presidio verranno attivate le pratiche per l’ottenimento del codice Stp con successivo orientamento presso i servizi specialistici ospedalieri.
- c) sia consentita la presenza, agevolandola, almeno una volta a settimana, di uno staff di legali, sia pure a titolo volontario, disponibili a prestare consulenza e assistenza legale gratuita ai presenti nel dormitorio e a tutti coloro i quali necessitino di supporto socio-legale.
- d) si attuino forme progressive e concordate di collaborazione con enti e associazioni del terzo settore in grado di fornire orientamento rispetto al sistema di accoglienza per come ad oggi strutturato.
- e) si promuovano protocolli interistituzionali e con soggetti del Terzo Settore al fine di facilitare occasioni di scambio, reciproco arricchimento e proposta di forme di integrazione e promozione della dignità della persona.
- f) Si preveda la convocazione, con periodicità mensile, almeno per il prossimo semestre, del Consiglio Territoriale per l’immigrazione, sia pure in forma semplificata e ristretta, con focus specifico sulla situazione del dormitorio comunale di Brindisi.
- g) sia avviata l’adesione fattiva della Prefettura di Brindisi al Protocollo nazionale contro il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura mediante la sottoscrizione di un Protocollo Territoriale.
- h) Sia spronato l’Ambito Territoriale Sociale di Zona alla costituzione di uno Sportello Socio-sanitario e culturale per migranti e rifugiati, come previsto dalla Legge Regionale e dal relativo Regolamento di attuazione.
Forum per Cambiare l’Ordine delle cose Brindisi e Consiglio italiano rifugiati (Puglia)