DOMENICA NELLA “CASA DELLA SINISTRA” ASSEMBLEA PUBBLICA PER COSTRUIRE UNA PROPOSTA POLITICA

Domenica 12 novembre alle ore 18.00, presso la Casa della Sinistra in via Porta Lecce 134, vi sarà un’assemblea pubblica, aperta al contributo di tutte e tutti, per costruire una proposta politica alternativa in vista delle elezioni politiche del prossimo anno.

L’assemblea fa parte del percorso ‘Cento piazze per il programma’ che ha visto moltiplicare le iniziative in tutto il Paese nel corso degli ultimi mesi. È organizzata nel solco dell’Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza, nata il 18 giugno scorso nel Teatro Brancaccio di Roma, con l’obiettivo di costruire una lista unica, civica e di sinistra, che trovi solide basi in un programma innovativo e senza compromessi, in un metodo trasparente e condiviso.

Sono invitati ad intervenire quei partiti, movimenti, associazioni, comitati e singoli cittadini che si riconoscono nell’obiettivo e nel metodo.

Di seguito l’appello con cui è stata convocata l’assemblea, firmato da Luciana Bova, Angelo Brandi, Claudia Nigro, Eleonora Picoco, Luca Ruggiero, Ivano Valente

Non c’è più tempo, se n’è perso fin troppo. Non si può più aspettare.

Le elezioni siciliane del fine settimana scorso ci lasciano un paesaggio desolante. Le destre tornano a crescere e a vincere, conquistando la presidenza e portando a sedere nell’assemblea regionale esponenti di quella destra xenofoba e razzista che sino a poco tempo fa definiva terroni tutti coloro che si trovano al di sotto del Po, compresi i siciliani. Il risultato del PD, che ha mal governato la regione negli ultimi cinque anni, dimostra che una stagione politica è definitivamente tramontata e che, a furia di inseguire la destra sul suo campo, l’elettorato finisce per preferire e votare l’originale. Anche il M5S, presentandosi come elemento fuori dagli schemi canonici, non riesce a muovere le masse che pensava di avere dalla sua parte. Ma l’elemento principale, oltre che più preoccupante, di questo scenario è che oltre la metà degli elettori ha ritenuto inutile recarsi alle urne. Più del 50% degli aventi diritto al voto ritengono che la politica non sia più in grado di dare loro risposte e che nessuna delle tre proposte in campo risulta credibile e coinvolgente.

Manca una quarta proposta, radicalmente alternativa, che possa realmente rappresentare chi non ha voce. Nonostante gli innegabili sforzi di tanti, questa proposta stenta a decollare, affossata da un dibattito mediatico asfittico, basato su personalismi invece che sui reali problemi delle persone, che racconta di pratiche estranee ai più. Un dibattito, appunto, che non interessa, che allontana invece che avvicinare, che spinge nell’astensionismo anche chi, stanco, non vede l’ora di uscirne. È sempre più evidente la necessità di un’offerta politica diversa, non autoreferenziale, che sia capace di immaginare un nuovo modello sociale più giusto, inclusivo e solidale.

Per troppi anni abbiamo assistito inermi ad una politica che si è occupata di curare e salvaguardare l’interesse di una minoranza. È giunto il momento di rovesciare questo paradigma e affermare una politica che faccia l’interesse della maggioranza.

Sappiamo che non è impossibile. Abbiamo seguito con entusiasmo l’affermazione di Podemos in Spagna, di Corbyn nel partito laburista inglese, di Mélenchon con La France Insoumise. Adesso tocca noi, fare in modo che anche in Italia emerga un polo alternativo alle forze conservatrici e di ispirazione neoliberista, che dica cose semplici e radicali su temi come la redistribuzione della ricchezza, il lavoro, il diritto alla salute e all’istruzione, l’ambiente ed il territorio, la pace e l’accoglienza. Affinché ciò possa accadere è necessaria la mobilitazione di tutti coloro che hanno subito gli effetti della crisi senza averne determinato le cause. Solo riportando al voto chi è stanco di subire decisioni che vanno sempre, univocamente, in una direzione, trasformando la sfiducia in voglia di riscatto, riusciremo a portare nelle istituzioni coloro che hanno visto ridursi gli spazi di democrazia e la possibilità di esprimersi ed incidere.

Soprattutto in un quadro politico in cui spesso si fa fatica a distinguere i programmi delle Destre, del PD e del M5S su temi cruciali come il lavoro, l’accoglienza e la redistribuzione della ricchezza,  si rende sempre più necessario ed urgente la costruzione di uno spazio politico nuovo che cresca e si sviluppi su un’idea trasversale di uguaglianza e giustizia sociale. Uno spazio pubblico e non proprietario, aperto a tutti coloro che vorranno contribuire, da partiti, movimenti, associazioni e comitati a singoli cittadini che non si riconoscono in nessuno di questi, che rappresenti il naturale proseguimento del voto del 4 dicembre scorso, quando abbiamo rinviato al mittente la controriforma costituzionale.

Anche chi si diceva di sinistra, una volta arrivato al governo, ha approvato riforme che hanno precarizzato il mondo del lavoro e ubbidito acriticamente ai dettami austeri dell’Europa. È per questo che non siamo interessati alle etichette ma ai contenuti programmatici: il progetto a cui vogliamo dar corpo metterà al centro il diritto al lavoro ed alla pensione, ad una remunerazione equa e ad un reddito di base, il diritto alla salute, alla casa e all’istruzione.

Una proposta di questo tipo, per essere coerente nel merito, non può trascurare il metodo. La somma dei micro partiti che compongono la galassia frammentata della sinistra non è sufficiente, un accordo pattizio e verticistico tra pezzi di ceto dirigente rischia di non essere comprensibile e quindi di essere respingente; l’alternativa non può essere calata dall’alto. Al contrario bisogna recuperare un forte spirito di protagonismo in ottica collettiva, è necessario connettere rivendicazioni e lotte con una visione intersezionale, avviare dal basso un percorso partecipativo in cui non vi siano decisioni ma codecisioni, partendo da chi combatte quotidianamente e concretamente sui territori.

Serve una lista unica, civica e di sinistra, con un programma innovativo che non scenda a compromessi, costruito con un metodo trasparente e condiviso anche nella scelta dei volti che dovranno interpretarlo. Un progetto che rappresenti i cittadini ed i loro bisogni, con un forte radicamento territoriale, che risulti finalmente credibile. Un progetto che rinnovi il linguaggio, che abbia la capacità di immaginare e gli strumenti per realizzare un mondo nuovo, più giusto e più eguale.

Il 18 giugno di quest’anno, chi si riconosce in questo percorso si è ritrovato al Teatro Brancaccio di Roma per un’assemblea partecipata, dinamica ed entusiasmante. Da allora le iniziative si sono moltiplicate in giro per il Paese dando vita alle Cento Piazze per il programma. Sabato 18 novembre ci troveremo nuovamente a Roma, questa volta al centro congressi Angelicum, per mettere insieme le idee emerse in una grande assemblea nazionale programmatica.

L’obiettivo è e resta segnare un punto di rottura e di radicale inversione di rotta rispetto alle politiche degli ultimi decenni, costruendo una lista che si schieri senza tentennamenti per i beni comuni, per i diritti di tutte e tutti, dal lavoro all’ambiente, dalla salute all’istruzione, contro le disuguaglianze economiche e sociali, contro il sessismo, il razzismo e le guerre.

L’appuntamento per dare concretezza a questo progetto anche a Brindisi è domenica 12 novembre alle ore 18.00 nella Casa della Sinistra, in via Porta Lecce 134. Vi aspettiamo, non per ricostruire la sinistra che non c’è più, ma per costruire la sinistra che non c’è ancora.

Condividi questo articolo:
Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on whatsapp
no_fumo_torchiarolo

what you need to know

in your inbox every morning