La Funzione Pubblica CGIL di Brindisi rappresenta formalmente il grave disagio di cui sono vittime i Lavoratori
del Cara di Restinco, a causa di un articolato bando di gara di salviniana memoria, prodotto a suo tempo, che ha colpito
la civiltà di un territorio come Brindisi – da sempre ispirato ai principi di solidarietà e accoglienza – costretto a dare
risposte parziali e inadeguate agli ospiti della suddetta struttura, ma soprattutto ha falcidiato gli stipendi dei Lavoratori
con la trasformazione dei loro contratti da full time a “part time involontario” che peggiora fino a zero ore nel
momento in cui si verifica “campo zero “ in termini di assenza di ospiti immigrati.
In sostanza, per una strana alchimia legislativa i Lavoratori che prima avevano contratti dignitosi anche se
leggeri si trovano a percepire stipendi da fame (circa 500 euro) e – come si sta verificando ora, in assenza di ospiti – li
si vorrebbe collocare in cassa integrazione con ulteriore decurtamento salariale. Tradotto vuol dire che si sta
sconfinando in quella che più comunemente si può definire come “la macelleria sociale” dei nostri anni.
La civiltà del lavoro spazzata via da regole anacronistiche che ricordano tempi storici che pensavamo
appartenessero al passato. Questi Lavoratori -secondo i governi – non hanno più diritto a mettere “un piatto a tavola”,
a proteggersi dal freddo, per non dire con profondo dolore che molti di questi lavoratori risultano essere monoreddito
ed hanno dovuto mettere in discussione (eufemismo) la garanzia di poter sostenere i propri figli a scuola … una volta
considerata la stessa “l’ascensore sociale” del nostro Paese. Si rappresenta ciò, con durezza espositiva, perché alcune
situazioni di disagio vanno descritte in modo quasi “plastico” tale da rappresentare la vita di lavoratori diventati “poveri
pur lavorando” i cui effetti si riverberano nei confronti degli stessi e delle loro famiglie.
Pertanto, si vuole ribadire definitivamente, pur comprendendo la complessità del problema derivante anche
da dinamiche esterne imponderabili, di voler cortesemente esperire ogni utile iniziativa atta a ripristinare la dignità
lavorativa e personale dei Lavoratori. Nell’attesa, si proclama lo stato di agitazione del personale dipendente,
preannunciando una serie di iniziative pubbliche.