Non si capisce se sia un disegno dell’amministrazione uscente o sia solo frutto di incapacità.
Pare, e sottolineo pare, che questa amministrazione comunale abbia assegnato il rifacimento dei sanpietrini di via Porta Lecce alla Brindisi Multiservizi. Pare che la stessa non avendo al suo interno capacità e competenze abbia subappaltato i lavori ad un’impresa di Carovigno e che la stessa a sua volta abbia appaltato i lavori ad altra impresa, sempre di Carovigno; ed infine pare che quest’ultima si sia rivolta ad artigiani napoletani.
Se fosse vero (spero vivamente che non sia così) questa gestione sarebbe il modo migliore per mandare a casa più di 150 lavoratori (e le loro famiglie) perché una società partecipata non po’ comportarsi come una normale società privata che sceglie i fornitori in libertà e senza doverne spiegare la scelta.
In questo modo si potrebbe trasformare la società in house uno congegno diabolico per eludere completamente le norme sulle gare d’appalto pubbliche.
Ed al di là di questo quale potrebbe essere il senso di affidare un servizio, la ricostruzione di una strada ad una società che non ha competenze e maestranze capaci di condurre a termine il lavoro? Forse gli amministratori dell’ente comunale non ne erano a conoscenza? Forse non ne era a conoscenza l’amministratore della BMS che, poi, suo malgrado si è visto costretto a subappaltare i lavori? E nell’eventualità fosse così come mai non si sarebbe sincerato che la ditta avesse le necessarie capacità?
Ed un ultimo interrogativo consegue da queste ipotesi/quesiti: senza i subappalti di subappalti quanto sarebbe costato alla comunità il rifacimento di via Porta Lecce?
Molte sono le anomalie che lasciano intravedere un assoluto disinteresse alla ”salute” ed alla continuità della Brindisi Multiservizi.
Nessun tentativo di riportare la partecipata nell’alveo della “normalità”.
Non da ultimo la mancata ricostituzione del comitato di governance dopo le dimissioni della Consigliera, avv. Carmela Lomartire, in forte dissenso sulla gestione della cosa pubblica e della partecipata stessa; forse per sfuggire “alla supervisione sulla programmazione economico-finanziaria e razionalizzazione degli organismi partecipati per il relativo coordinamento ed integrazione rispetto alla programmazione finanziaria dell’Ente”
Credo che solo un coraggioso e competente intervento possa aiutare la BMS ad evitare il tracollo.
Si sa, le cure palliative sono l’anticamera della morte; ma nel caso della BMS credo vi siano ancora margini per evitare un drastico intervento della Corte dei Conti ……. perché non è solo una questione di sanpietrini!!!
Cristiano D’Errico